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IRPEF a tre aliquote nel 2024: cosa succederà dal prossimo anno?

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(Adnkronos)

27 settembre 2024 | 14.50

LETTURA: 2 minuti

L’IRPEF è stata la prima imposta ritoccata dal Governo nel corso del lavoro di attuazione della riforma fiscale.

Con il decreto legislativo n. 216/2023 l’imposta dovuta sui redditi da lavoro è stata ridefinita per il periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, con la nuova struttura a tre aliquote e con l’applicazione della tassazione del 23 per cento per i titolari di redditi fino a 28.000 euro.

Una misura temporanea sulla quale si aprono ora gli interrogativi su cosa cambierà dal prossimo anno. Archiviata l’ipotesi di un ripristino della normativa previgente, in campo nuovi ritocchi all’IRPEF per il 2025, a vantaggio del ceto medio.

IRPEF a tre aliquote nel 2024: cosa succederà dal prossimo anno?

L’IRPEF, così come la conferma del taglio al cuneo fiscale, resta una delle priorità del Governo. La Legge di Bilancio 2025 è quindi chiamata in primo luogo a rifinanziare le misure introdotte per l’anno in corso, con il parallelo tentativo di nuovi interventi volti alla riduzione del peso del Fisco.

Per capire cosa potrebbe cambiare è bene partire dalle regole attuali.

A partire dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre 2024, l’IRPEF è così strutturata:

● aliquota del 23% per i redditi fino a 28.000 euro;

● aliquota del 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;

● aliquota del 43% per i redditi che superano 50.000 euro.

L’applicazione della prima aliquota IRPEF fino alla soglia di 28.000 euro (rispetto ai 15.000 euro previsti in precedenza) ha avuto un costo di 4,3 miliardi di euro, garantendo un risparmio in termini di minore imposta pari a 260 euro annui per i contribuenti con redditi fino a 50.000 euro.

Su queste regole non si tornerà indietro: l’obiettivo del Governo è confermare l’IRPEF a tre aliquote anche per il 2025.

IRPEF 2025, tre aliquote e novità per il ceto medio

La Legge di Bilancio 2025 sarà il terreno per la messa a punto delle possibili novità applicabili dal prossimo anno, nell’ottica di ridurre l’IRPEF per il ceto medio.

Al momento sono due le ipotesi in campo:

● portare la seconda aliquota IRPEF dal 35% al 33%;

● portare il secondo scaglione di reddito a 60.000 euro.


Una “doppietta” che consentirebbe quindi di dare il via ad un nuovo taglio IRPEF, a vantaggio questa volta dei contribuenti titolari di redditi superiori alla soglia di 28.000 euro.

Per le conferme sarà però indispensabile attendere, anche perché sul destino della riforma fiscale pesano le incognite relative al successo del concordato preventivo biennale, il “patto” con le partite IVA che consentirebbe di poter contare su risorse certe per l’attuazione di ulteriori novità.

I lavori entreranno in ogni caso nel vivo a ottobre, mese in cui dovrà essere predisposto lo schema del DdL di Bilancio, per l’avvio dei lavori parlamentari.

Scritto da: Giornale Radio

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