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A cura di Ferruccio Bovio
Fanno fatica a decollare i colloqui di Istanbul tra Ucraini e Russi, non a caso rinviati di un giorno e con una delegazione russa di rango inadeguato che il presidente ucraino Volodymir Zelensky non ha esitato a definire “una farsa”. Inutile, quindi, farsi eccessive illusioni, perché da questi approcci iniziali tra Mosca e Kiev ben difficilmente arriveranno aperture diplomatiche di un certo rilievo. E forse, la valutazione più chiara ed efficace in merito a questa tornata iniziale di trattative l’ha espressa il presidente americano Donald Trump, il quale, parlando ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, ha dichiarato testualmente “non credo che succederà nulla, che vi piaccia o meno, finché io e Putin non ci incontreremo”. Tuttavia, almeno in linea molto, ma molto teorica, un incontro tra i due leaders belligeranti avrebbe anche potuto realizzarsi se solo l’uomo del Cremlino avesse accettato di volare a Istanbul per sedersi al tavolo con Zelensky e con lo stesso Trump.
Le cose però, sono andate in maniera ben diversa, con Putin che, alla fine, ha scelto di inviare una delegazione dove a balzare agli occhi sono più le assenze che le presenze: infatti, tra gli inviati di Mosca, non figurano né il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, né il consigliere del Cremlino per la politica estera Yuri Ushakov. A capo della compagine russa, Putin si è quindi limitato a designare Vladimir Medinsky, un suo fidato assistente, unitamente ad un gruppo di funzionari. Nel complesso, allo stato attuale, sono presenti sullo scenario ucraino almeno tre iniziative di mediazione: quella di Trump, interessato a ridurre il coinvolgimento americano nelle questioni europee; quella Erdogan e quello di Papa Leone XIV, il quale ha già spiegato che il suo “ cuore è rivolto al popolo sofferente dell’Ucraina” e si è reso, inoltre, disponibile ad attivarsi immediatamente per il raggiungimento di una “vera pace, giusta e duratura”, con la liberazione di tutti i prigionieri e con il ritorno alle loro famiglie di tutti i bambini che sono stati rapiti e deportati in Russia. Tuttavia, a queste opportunità di dialogo che gli vengono prospettate, Putin, per ora, sembra restare del tutto indifferente.
Credits Foto: Canva
16 Maggio 2025
Scritto da: Redazione
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