A cura di Daniele Biacchessi

Cgil e Uil vincono la sfida della piazza contro il Governo. All'immagine di quelle decine di migliaia di persone che hanno aderito ai tanti cortei organizzati nelle città italiane, Cgil e Uil affidano la risposta più forte, lo sciopero generale, a quello che considerano un attacco senza precedenti al diritto di sciopero. E proprio dalla piazza rilanciano la lotta: "Il governo sta portando il Paese a sbattere e noi non lo permetteremo", incalza il leader della Cgil, Maurizio Landini. "Questa piazza è una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale", attacca il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri. Per il ministro dei Trasporti e leader della Lega Matteo Salvini si tratta comunque di una esigua minoranza. Diverso il tono utilizzato dalla premier Giorgia Meloni, secondo cui è uno sciopero deciso ancor prima che la manovra si facesse, evidenziando così lo scopo meramente politico dello sciopero. Ma al di là della abituale guerra sui numeri dell'adesione allo sciopero, rimangono aperti due temi forti nel delicato rapporto tra esecutivo e sindacati. Il Governo, nella discussione sulla manovra, ha escluso il confronto con i corpi intermedi che rappresentano i lavoratori. Anzi ha scelto la linea dura attraverso la precettazione di uno sciopero generale. Il braccio di ferro non porta mai bene per chi lo ingaggia. Serve una nuova stagione di dialogo tra le parti sociali attraverso il metodo della concertazione. E ciò deve avvenire in un momento complesso, con dati di crescita bassi, con una manovra risicata in termini di risorse finanziarie e un vento di recessione che dalla Germania potrebbe travolgere la nostra fragile economia.

Credits: Agenzia Fotogramma

18 Novembre 2023

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