Il Corsivo

Israele diviso tra l'operazione di terra a Gaza e la pausa umanitaria chiesta da Biden
A cura di Daniele Biacchessi
Israele resta diviso tra l'accelerazione dell'operazione militare di terra a Gaza e la pausa umanitaria chiesta dal Presidente americano Joe Biden. In poche ore il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, offre in pubblico due versioni del conflitto e dei suoi sviluppi. Prima annuncia di essere al culmine della battaglia, di aver ottenuto successi impressionanti e di aver superato la periferia di Gaza, circondando, nei fatti, la città. Ma, nel giorno del vertice con il segretario di Stato americano Antony Blinken, Netanyahu starebbe valutando la richiesta Usa di una breve pausa umanitaria: in quel caso Tel Aviv potrebbe consentire lo stop degli attacchi per qualche ora. Da cosa dipende questo repentino cambio di strategia del premier Netanyahu? In primis, cresce la preoccupazione all'interno dell'amministrazione Biden sulla guerra condotta da Israele. Diversi alti funzionari temono un progressivo isolamento degli Stati Uniti sul palcoscenico internazionale sulla scia del sostegno incondizionato di Joe Biden a Israele, culminato con l'approvazione da parte della Camera americana di un provvedimento che prevede 14,5 miliardi di dollari di aiuti militari. Poi aumenta la pressione diplomatica internazionale, si registra la condanna dell'Onu contro il bombardamento che causa migliaia di vittime civili. Oggi Blinken chiede a Netanyahu brevi pause nelle operazioni militari a Gaza per consentire il rilascio in sicurezza degli ostaggi e la distribuzione degli aiuti umanitari. Ma la sommatoria di brevi pause umanitarie non significa ancora un cessate il fuoco.
Credits: Agenzia Fotogramma
3 Novembre 2023
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