Il Corsivo

L'arresto di Paolo Bellini e le verità sulla strage alla stazione di Bologna
A cura di Daniele Biacchessi
Di Paolo Bellini resta un frame ritrovato nella pellicola amatoriale girata in super8 da un turista tedesco in transito alla stazione di Bologna, il 2 agosto 1980, poco prima della strage: 85 morti e oltre 200 feriti. La cinepresa ritrae Bellini tra la folla, molto prossimo all'entrata della sala d'aspetto di seconda classe, dove viene piazzato un ordigno ad alto potenziale, 25 chilogrammi di esplosivo di tipo militare. Quell'immagine lo incastra durante l'ultima inchiesta sui mandanti dell'eccidio e lo porta alla condanna all'ergastolo al termine del processo in primo grado della Corte d'Assise di Bologna. Ora Paolo Bellini è stato arrestato. Aveva pianificato nuovi omicidi e vendette contro chi riteneva responsabile di quella condanna. Ad esempio voleva uccidere l’ex moglie, Maurizia Bonini, che aveva testimoniato contro di lui smontando pezzo dopo pezzo il suo alibi, e il figlio del presidente della Corte d’Assise di Bologna, Francesco Caruso, che emise la sentenza. Bellini era stato intercettato nell’ambito di due diversi procedimenti per altrettante stragi di mafia, in particolare dalla Dda di Firenze e dalla Dda di Caltanissetta. Bellini ha un passato che non passa mai. Ex militante di Avanguardia nazionale, responsabile dell'omicidio del militante di Lotta Continua di Reggio Emilia Alceste Campanile, killer di ‘ndrangheta e infiltrato in Cosa nostra ai tempi delle stragi. Si porta dietro un curriculum che lo annovera tra i "collaboratori" dei carabinieri e in odore di servizi segreti. La sua figura è centrale per comprendere fino in fondo la verità sulla strage di Bologna.
Credits: Agenzia Fotogramma
30 Giugno 2023
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