Il Corsivo

Nancy Pelosi, era proprio il caso?
A cura di Ferruccio Bovio
Nancy Pelosi, che è evidentemente una persona che non deflette dai suoi principi etici e politici a nessun costo, ha ritenuto di doversi recare a Taiwan per ribadire il concetto - per lei essenziale – secondo il quale l’America ed i suoi alleati non cederanno mai di fronte ad alcuna minaccia autocratica. Un atteggiamento politico che, in generale, ci pare si possa ampiamente condividere, ma che andrebbe però declinato con maggiore equilibrio, tenendo cioè conto delle specificità che gli scenari internazionali presentano di volta in volta. Detto in modo più esplicito: era proprio il caso di andare ad ostentare il sostegno di Washington a Taipei in un momento di grave crisi di rapporti con Mosca e nonostante la palese contrarietà alla missione espressa sia dal presidente Biden, che dal Pentagono? Innanzitutto, la priorità degli Stati Uniti – anche se ne avrebbero fatto volentieri a meno - attualmente è un’altra ed è quella che riguarda l’Ucraina: è saggio andare ad aprire un nuovo focolaio di tensioni in Estremo Oriente proprio mentre c’è già da fare i conti con un Cremlino che si è rivelato molto meno pragmatico ed affidabile di quanto, fino a qualche mese fa, si potesse pensare? E poi, sia detto con tutto il rispetto, sfidare la Cina non è la stessa cosa che andare a giocarsela con Andorra o con San Marino...Ogni decisione che coinvolga il governo di Pechino va, infatti, ponderata e presa sul serio: altrimenti, ci si viene a trovare nella imbarazzante situazione in cui l’ostinata parlamentare di origini italiane ha fatto precipitare l’Amministrazione Biden, che si vede adesso costretta ad improvvisare qualcosa...
Non a caso, l’Economist, parla di “confusione strategica” della politica americana verso la Cina e di un viaggio che, sebbene inizialmente pensato per trasmettere un’immagine di forza e di determinazione, rischia, invece, oggi di evidenziare, impietosamente, soltanto una mancanza di obiettivi chiari da parte della Casa Bianca. Tra l’altro, il settimanale britannico si domanda come il viaggio di Nancy Pelosi abbia potuto essere così superficiale (oppure – aggiungiamo noi - volutamente incendiario) da non considerare il fatto che si andava provocare Xi Jinping proprio alla vigilia di quel congresso del Partito Comunista Cinese, dal quale egli punta ad ottenere il suo terzo mandato quinquennale alla guida del Partito stesso e, quindi, del Paese. Non c’è che dire...proprio un momento pericoloso per mettere alla prova la serietà delle sue intenzioni quando proclama l’ineluttabile riunificazione della grande Cina con Taiwan.
Crediti: Agenzia Fotogramma
05 Agosto 2022
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