Christine Lagarde parla dei tassi e del patto di stabilità

(Tempo di lettura: 1 - 2 minuti)

L'Apertura di Ferruccio Bovio

La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, nel corso di un’intervista rilasciata al Financial Times, ha annunciato che l’Istituto di Francoforte è pronto a riconsiderare la sua politica monetaria nel caso dovessero presentarsi problemi di particolare gravità. I tassi – secondo Lagarde - hanno raggiunto un livello tale che, se sostenuti abbastanza a lungo, dovrebbero dare un contributo significativo per ricondurre l’inflazione nei limiti di quel 2% che si intende raggiungere. Se però, lo scenario di base dal quale la BCE ha tratto le sue previsioni di fine settembre dovesse mutare, allora non ci sarebbero preclusioni di principio ad adattarsi ad una nuova realtà da affrontare.
Nel rispondere poi alla domanda relativa alla tempistica - e cioè a quanto a lungo i tassi sono destinati a durare sui livelli attuali - la presidente francese ha chiarito che, quando si dice “per un tempo sufficientemente lungo”, ci si riferisce, effettivamente, ad un tempo che “sufficientemente lungo” lo sia davvero: il che significa che, probabilmente, i tassi non torneranno a calare almeno per un paio di trimestri.
Sconfinando poi, in qualche misura, da quelli che sono strettamente i suoi compiti istituzionali, Christine Lagarde ha anche aggiunto di non sentirsi a proprio agio per il fatto che “non sia stato ancora approvato il nuovo quadro regolatorio” che modifica il Patto di Stabilità: anche se riconosce che si tratta, indubbiamente, di una questione che, dal punto di vista politico, è molto complessa. Tuttavia, è di fondamentale importanza – anche per la BCE – arrivare alla definizione di un quadro legale che stabilisca quali debbano essere i parametri in base ai quali i Paesi europei decidono dei loro budget. Infine, l’intervista si è conclusa con la percezione che Lagarde ha definito “rassicurante”, relativamente ai segnali che le sono giunti dall’Ecofin, dove si è registrato un forte impegno, da parte di Germania e Francia, per delineare una piattaforma che funzioni adeguatamente: il tutto, ovviamente, nella consapevolezza che l’accordo tra due Stati - sebbene così influenti - non può bastare perché occorre l’adesione di tutti gli altri. Ed a questo proposito, la Banca Centrale auspica che l’intesa generale venga raggiunta entro la fine dell’anno.

Credits: Agenzia Fotogramma

11 Novembre 2023

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