Il “Fantasma” del Cremlino

(Tempo di lettura: 2 - 3 minuti)

A cura di Ferruccio Bovio.

Adesso che l’argomento che nessuno osava ufficialmente affrontare è stato “sdoganato”, il mondo intero si domanda stupito se, l’altro ieri, nel suo discorso alla Nazione, Vladimir Putin quel riferimento esplicito alle armi nucleari lo abbia fatto sul serio, oppure si sia trattato solamente di un nostro brutto sogno collettivo...È un Putin sconfitto sul campo, ormai sostanzialmente isolato a livello globale e che avverte anche l’affievolirsi del suo consenso interno quello che, riferendosi all’Occidente, ha detto, a chiare lettere, che le sue intenzioni di servirsi di ogni tipo di arma – nessuna esclusa - non sono assolutamente un bluff. Molti politici europei hanno letto, nelle sue minacce, la disperazione di un giocatore di poker che più perde e più rilancia in alto, nel vano tentativo di recuperare il denaro perduto. Il presidente Biden è apparso, invece, prenderle molto più sul serio.

Forse l’uomo del Cremlino, precipitato – possiamo almeno immaginare noi – in uno stato di profondo sconforto per i clamorosi fallimenti accumulati negli ultimi sei mesi, è davvero pronto a far saltare in aria il mondo intero, pur di non doverli riconoscere.

Già in passato, l’umanità è andata seriamente vicina alla catastrofe nucleare, quando cioè John Kennedy e Nikita Kruscev si trovarono a dover gestire, esattamente sessant’anni fa, la delicatissima questione dei missili a Cuba. Il leader sovietico era ben consapevole del fatto che, se non fosse tornato sui suoi passi, il disastro planetario sarebbe divenuto inevitabile. E non a caso, in quella circostanza, a prevalere furono, per fortuna di noi tutti, il buon senso e l’istinto di sopravvivenza. Anche a Cuba, nel 1962, nessuno bluffava, però allora il vertice del potere sovietico post staliniano – per quanto indubbiamente non democratico – era pur sempre costituito da un organismo di natura collegiale, all’interno del quale si confrontavano sensibilità di tipo politicamente ed umanamente diverse. Oggi, invece, a Mosca – perlomeno in base a quanto possiamo comprendere noi – a decidere le sorti del Paese (ed in questo caso anche del pianeta) pare, invece, essere una forma di autocrazia che si sottrae ad ogni modalità non solo di controllo istituzionale, ma persino di timido dissenso. In queste giornate che potrebbero, nostro malgrado, segnare anche l’inizio della fine, siamo, quindi, portati ad immaginare Vladimir Putin come una sorta di fantasma che si tormenta, nella più completa solitudine, pensando a come evitare – a qualunque costo – che la sua Santa Russia vada davvero incontro a quel contagio diabolico che, ai suoi occhi, è rappresentato dalle “depravazioni” e dalle fragilità della cultura occidentale. E non ci sentiamo affatto di escludere che, alla fine, nella mente dell’ultimo zar, non prevalga proprio l’insana logica del “muoia Sansone con tutti i Filistei”.

23 Settembre 2022

Risultati del sondaggio sui nostri social:

Alla domanda "Continuano in Iran, da quasi una settimana, le manifestazioni di opposizione al regime sciita, iniziate subito dopo la morte di una ragazza di 22 anni, arrestata e percossa dalla “polizia religiosa” per aver lasciato che un ciuffo dei suoi capelli fuoriuscisse dal velo che la avvolgeva. Sembra strano, ma l’Iran siede anche nel Consiglio della Commissione ONU per i diritti delle donne. Secondo voi, le Nazioni Unite godono ancora di un minimo di credibilità?”

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