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Il leone di Ladispoli e lo sfruttamento degli animali per puro divertimento
A cura di Ferruccio Bovio
La vicenda del leone scappato da un circo a Ladispoli e poi catturato dopo sette ore di fuga vissute tra le vie e le case della cittadina laziale, ripropone alla nostra attenzione il tema dello sfruttamento degli animali selvatici, a scopo di puro divertimento, per un pubblico che sembra indifferente rispetto a come leoni, tigri o elefanti accettino la prospettiva di un’ esistenza da passare completamente all’interno di una gabbia. In genere, domatori ed imprenditori circensi sostengono che, nelle loro strutture, tutti i grandi mammiferi vivono in condizioni di assoluto agio, tra cibo garantito senza dover cacciare ed attentissima assistenza veterinaria. Tuttavia, ci viene da chiedere a questi signori come si sentirebbero loro se dovessero tra-scorrere ogni ora del giorno (e per sempre) in una dimora in cui a cucinare ci sono, effettivamente, chef stellati ed in sala medica i più grandi primari del mondo, ma in cui – al tempo stesso - l’area di movimento è limitata ad una cella di dieci metri quadrati, senza che sia prevista nemmeno la classica ora di libera uscita riconosciuta a tutti i carcerati. Ci mancherebbe altro che il circo non si prendesse cura dei suoi più preziosi elementi di richiamo...ma ciò nonostante, resta veramente difficile credere che quelle che sono, indubbiamente, delle creature senzienti non provino anch’esse, esattamente come noi, la primaria esigenza di poter vivere al di fuori di innaturali costrizioni.
Pertanto, non vi pare anacronistico il fatto che, proprio in un mondo nel quale negli ultimi anni è andata sempre più affermandosi una sensibilità animalista, permanga ancora – come retaggio di un passato che ci riporta al Colosseo – l’antica pratica di usare gli esseri viventi diversi da noi per finalità di lucro e di spettacolo?
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16 Novembre 2023
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