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Il Papa che vorrebbe vedere più pediatri e meno veterinari
A cura di Ferruccio Bovio
Nel corso dell’udienza che ha riservato alla Federazione Italiana Medici Pediatri, il Papa è ritornato ad affrontare un tema che è ormai diventato un elemento costantemente presente nella maggior parte dei suo discorsi. E stiamo parlando del calo delle nascite e della conseguenziale necessità di creare “condizioni favorevoli perché i giovani abbiano più fiducia e ritrovino il coraggio e la gioia di diventare genitori”. Poi, quasi scusandosi perché consapevole di andare a toccare un tasto che già più di una volta ha dato origine a non poche polemiche, il Santo Padre ha anche aggiunto, con un certo rammarico, che oggi si preferisce avere un cane piuttosto che un bambino e che, pertanto, “il compito dei pediatri è molto più limitato di quello dei veterinari. E questo non è un buon segnale”.
Parole che hanno subito provocato una reazione da parte del Sindacato Italiano Veterinari e Medicina Pubblica, che ha ribattuto sottolineando come la società sia cambiata e come anche cani e gatti siano ormai diventati indispensabili: specialmente – scrivono i Veterinari - “nelle grandi città, dove regna l’anonimato” e dove costituiscono, quindi, “un antidoto alla solitudine”. Infatti, là dove le persone sono sempre più sole, la presenza di un animale da compagnia risulta spesso veramente provvidenziale. “Un discorso – conclude il sindacato - che vale soprattutto in riferimento alle grandi città: nei condomini, dove quasi non ci si saluta, non ci si conosce, c’è molto anonimato e a volte una riservatezza esagerata rispetto a come eravamo abituati tanti anni fa”.
Voi cosa ne pensate? La crescita esponenziale degli ambulatori veterinari è realmente, come pensa il Papa, “un segnale non buono”? E’ davvero il sintomo rivelatore di una società troppo malata di egoismo e di edonismo?
Credits: Agenzia Fotogramma
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20 Novembre 2023
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