La fame nel mondo: prospettive preoccupanti da qui al 2030

(Tempo di lettura: 2 - 3 minuti)

A cura di Ferruccio Bovio.

Le Nazioni Unite hanno appena annunciato che, ormai, la popolazione mondiale ha superato il traguardo degli otto miliardi di individui, aumentando inesorabilmente rispetto ai sette miliardi che aveva, invece, raggiunto nel 2010. Un exploit in larga misura dovuto ai progressi registrati in campo medico e scientifico, ma che, al tempo stesso, accentua le responsabilità collettive nel tutelare la salute del nostro pianeta e nel ridurre le disuguaglianze tra gli esseri umani.

Ad avere i livelli di fertilità maggiormente elevati sono i Paesi più poveri, confermando così una tendenza che porta a maggiori disuguaglianze, esasperando le fratture tra le varie aree del mondo.

Ed è stato lo stesso segretario dell’ONU, Antonio Guterres, ad avvertire che se non si colma l’abisso “tra chi ha e chi non ha” si andrà, inevitabilmente, verso un pianeta “dominato da tensioni, sfiducia, crisi e conflitti”. Una parte ancora rilevante di questi otto miliardi di individui si trovano, infatti, ancora in condizioni di vita estremamente difficili, dovendo affrontare ogni giorno la fame ed i disastri climatici.

Ed è proprio sul problema della fame che vorremmo soffermarci oggi a fare qualche considerazione, poiché, in realtà, il cibo sulla Terra – contrariamente a quanto abbiamo sempre creduto - non scarseggia affatto. Il problema è, se mai, che circa un terzo di quello che è prodotto a livello globale, viene poi sciupato e gettato via senza essere stato consumato. Talvolta perché conservato male, ma più spesso perché sprecato dai consumatori dei Paesi ricchi, i quali non sono abituati a riconoscergli il valore fondamentale che, invece, esso possiede.

Oggi le statistiche rivelano che si producono alimenti sufficienti per sfamare ben 12 miliardi di persone: pertanto, la disponibilità di prodotti alimentari sarebbe addirittura in sovrabbondanza. Ciò nonostante, oltre ottocento milioni di disperati muoiono di fame. E, secondo la Fao, nel 2030 la percentuale di coloro che soffriranno di stenti sarà ancora dell’8%: vale a dire, la stessa registrata nel 2015. Di conseguenza, quindici anni saranno trascorsi invano.

Ma c’è pure un altro dato che, a nostro avviso, oltrechè allarmante è anche paradossale. A fronte, infatti, di un 8% che, come si è detto, patisce la fame, i numeri raccolti dalla FAO ci parlano anche di un 13% dell’umanità che risulta essere obesa. Da un lato, nel mondo c’è, quindi, chi non riesce a sopravvivere per carenza di cibo, mentre dall’altro c’è chi è affetto da malattie causate dalla sovralimentazione.

È triste, a questo punto, dover constatare che si soffre di malnutrizione non per scarsità di cibo, ma per gravissime disparità economiche e sociali.

16 Novembre 2022

Risultati del sondaggio sui nostri social:

Alla domanda "Gli ultimi dati forniti dalle Nazioni Unite certificano che sono ancora oltre 800 milioni le persone che, nel mondo, soffrono la fame. Tuttavia, la quantità di cibo prodotta a livello globale sarebbe sufficiente per sfamare ben 12 miliardi di  individui: peccato però che, per svariate ragioni, almeno un terzo di essa vada sprecata in modo imperdonabile. A livello personale,  ritenete di essere abbastanza attenti ed impegnati nel limitare i vostri spechi alimentari?”

Il 86% di voi ha risposto SI, mentre il 14% ha risposto NO. Grazie per aver partecipato al sondaggio di Giornale Radio, continua a votare con noi! Giornale Radio conta su di te.

 

Se avete considerazioni da fare su questi temi, potete scriverci al nostro indirizzo mail fb@nextcomitaly.com oppure su Facebook o Instagram
Saremo lieti di rispondervi  

 

 

 

 

 

 

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