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La furia di Matteo
A cura di Ferruccio Bovio.
L’argomento sul quale siete chiamati a pronunciarvi oggi trae lo spunto da una vicenda che coinvolge l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per il quale – come è ormai noto -la procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio, unitamente ad altri 14 indagati, nell'ambito dell'inchiesta riguardante la fondazione Open, politicamente molto vicina alle posizioni del senatore di Scandicci. Tra i nomi di spicco, oltre a quello dello stesso Renzi, figurano anche gli ex ministri Luca Lotti e Maria Elena Boschi.
Renzi è accusato di finanziamento illecito ai partiti assieme all'avvocato Alberto Bianchi, già presidente della Fondazione Open e due sono gli episodi di corruzione per l'esercizio della funzione che vengono entrambi contestati, in modo specifico, al parlamentare del Pd Luca Lotti, il quale, secondo gli inquirenti, si sarebbe adoperato per favorire l’emanazione di provvedimenti normativi a vantaggio di società che avevano finanziato Open: e stiamo parlando di Toto costruzioni e della multinazionale British American Tobacco. Le accuse comprendono anche alcuni casi nei quali si sarebbe configurato il controverso reato di influenze illecite.
Matteo Renzi ha subito reagito con la sua solita baldanza, dicendosi contento del fatto che, finalmente, inizi il processo nelle aule e non solo sui media. In questo modo, i cittadini potranno adesso rendersi conto di quanto sia fragile la contestazione dell'accusa e di quanto siano scandalosi i metodi utilizzati dalla procura di Firenze. Inoltre, sempre l’ex premier ha concluso la sua esternazione, affermando come sia anche opportuno ricordare che la richiesta nei suoi confronti è stata firmata dal Procuratore Giuseppe Creazzo, sanzionato per molestie sessuali dal Consiglio Superiore della Magistratura, dal Procuratore Aggiunto Luca Turco, che volle l'arresto dei genitori dello stesso Renzi poi annullato dal Tribunale della Libertà e dal Procuratore Antonino Nastasi, accusato da un ufficiale dell'Arma dei Carabinieri di aver inquinato la scena del crimine nell'ambito delle indagini sulla morte del dirigente del Monte dei Paschi di Siena, David Rossi. Questi sono, dunque – sottolinea Renzi – i suoi accusatori.
Tra l’altro, il senatore toscano ha anche lamentato il fatto di aver chiesto, nelle scorse settimane, di essere interrogato dopo che i Pm avessero risposto alle istanze della difesa. Risposte che però, non sono mai arrivate. Pertanto, siccome afferma di non fidarsi di questi magistrati, Renzi ha deciso di denunciarli, chiedendo che vengano processati per non aver rispettato le leggi italiane.
Puntuale è arrivata la replica da parte della Giunta dell’ Associazione Nazionale Magistrati, che definisce “gravissime e inaccettabili” queste accuse: si tratta, infatti, di parole che gettano discredito non solo e non tanto sui magistrati impegnati in quel procedimento, ma sull’intero ordine giudiziario e che, provenendo da un autorevole esponente politico, sono capaci di ingenerare disorientamento nell’opinione pubblica e di minare la fiducia dei cittadini nell’Istituzione giudiziaria.
E così, cari lettori, pur non volendo certamente noi entrare nel merito della questione giudiziaria che riguarda la Fondazione Open, saremmo oggi curiosi di sapere se, a vostro parere, sia normale che chi è indagato per un reato di qualsiasi tipo continui egualmente ad esercitare la funzione di magistrato.
Credits: Agenzia Fotogramma
11 Febbraio 2022
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