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Un “figlio perfetto”
A cura di Ferruccio Bovio
Il padre di Filippo Turetta, parlando con la stampa, ha dichiarato di non riuscire assolutamente a capacitarsi di come la follia omicida abbia potuto impossessarsi di un ragazzo che, fino a poco più di una settimana fa, aveva sempre considerato un “figlio perfetto”. E forse, un “figlio perfetto” lo sarà anche stato: almeno fino al momento in cui si è trovato a dover fronteggiare, del tutto impreparato, una di quelle difficoltà che la vita, prima o poi, presenta ad ognuno di noi. In questo caso, sembra si sia trattato di un inatteso abbandono da parte della fidanzata: fatto che ha crudamente posto il ragazzo nell’ingrata condizione di dover fare i conti, da solo, con quell’estrema fragilità psicologica di cui soffrono oggi anche tanti altri suoi coetanei maschi. Tutti vittime di una profonda crisi valoriale. Ad esempio, concetti di una volta come “le donne non si toccano neanche con un fiore”, in che misura sono ancora presenti in un mondo giovanile che si forma sui testi - spesso irresponsabili - scritti dai rappers oppure sulle minacce e sulle invettive incontrollate che, ormai di regola, alimentano le polemiche sui social?
Spiega, inoltre, il notissimo psichiatra Paolo Crepet che le ultime generazioni non sopportano la minima frustrazione: si arriva, infatti, ai vent’anni avendo sempre vissuto tra i “si” e i “fai pure” che hanno segnato, fin dalla primissima infanzia, i rapporti all’interno della famiglia... e lo sbocco di tutto questo andazzo non può, quindi, che essere una completa incapacità nell’affrontare consapevolmente ogni tipo di rischio, di delusione e di responsabilità. Basti pensare, sempre seguendo il ragionamento di Crepet, che in Italia abbiamo una scuola “azzerata, dove si fa fatica persino a dare i voti”.
In altre parole, dietro ad un giovane violento c’è quasi sempre la presenza dei genitori del giovane violento. Voi siete d’accordo?
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21 Novembre 2023
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