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Berlusconeide | 26/05/2022 | Il Corsivo

today26 Maggio 2022 6

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A cura di Ferruccio Bovio

Al termine di una vicenda processuale che dura ormai da otto anni, dalla Procura di Milano è arrivata una richiesta molto pesante nei confronti di Silvio Berlusconi, per il quale ha chiesto una condanna a sei anni di reclusione per corruzione in atti giudiziari. Che il caso “Ruby ter” non promettesse nulla di buono per il suo maggiore imputato era parso a tutti abbastanza chiaro quando, nella sua requisitoria, la pm Tiziana Siciliano si era spinta fino a definire “schiavitù sessuale” lo stato in cui si sarebbero venute a trovare le frequentatrici delle feste che venivano organizzate nelle residenze del Cavaliere di Arcore….Però, è anche vero che sei anni, per un fatto strettamente collegato ad un altro processo conclusosi con la sentenza di assoluzione per lo stesso Berlusconi (poiché nelle serate di Arcore non sarebbe mai avvenuto alcunchè di illecito), rappresentano, probabilmente, una richiesta che è andata al di là di quanto poteva essere logico aspettarsi.

Comunque, secondo i due procuratori Gaglio e Siciliano, l’ex presidente del Consiglio avrebbe sistematicamente pagato una ventina di ragazze affinché mentissero nel corso del processo Ruby e negassero, quindi, di avere assistito o partecipato a scene di carattere sessuale, nel corso delle famose serate sulle quali erano poi montati sia lo scandalo mediatico, che il collegato procedimento giudiziario.

Unitamente al Cavaliere, la Procura ha chiesto di condannare tutte le ragazze, compresa quella Kharima El Mahroug alias Ruby e alias “nipote di Mubarak”, che nel primo processo era figurata, invece, tra le vittime delle presunte molestie sessuali che il padrone di casa avrebbe rivolto alle sue giovani ospiti. Anche lei, secondo la Procura, ha mentito quando, sotto giuramento, ha scagionato Berlusconi e, pertanto, merita di scontare una pena di cinque anni.

Le condanne a carico delle cosiddette “Olgettine”, sono state, quindi, richieste sia per il reato di corruzione, che per quello di falsa testimonianza. Ed a questo proposito, Gaglio e Siciliano hanno parlato di imputati travolti da “prove galoppanti”.

Inoltre, la Procura ha dato la netta sensazione di non aver tenuto minimamente conto delle argomentazioni addotte dagli avvocati di Berlusconi, i quali hanno sempre riconosciuto come venissero effettivamente distribuiti – alla luce del sole – degli aiuti economici alle ragazze, descrivendoli però come dei semplici gesti di solidarietà umana nei riguardi di persone che avevano avuto carriera e reputazione rovinata dall’esposizione mediatica. Ma così non l’ha pensata, evidentemente, la Procura di Milano che in quelle “generosità” finanziarie ha visto, invece, solamente quello che ha definito “un patto criminale”, stipulato al fine di evitare che le imputate dicessero la verità: anche se – e qui può ragionevolmente sorgere qualche perplessità – il primo processo ha ormai stabilito, con sentenza passata in giudicato, che, in realtà, in quelle benedette serate non c’era poi proprio niente di penalmente rilevante da nascondere…

Non ci interessa sapere chi, in questa grottesca commedia, abbia avuto torto o ragione. Ci dispiace però, profondamente, per la comica immagine della nostra classe dirigente che essa proietta nel mondo.

Credits: Agenzia Fotogramma

Scritto da: Giornale Radio

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