Sostenibilità

Fuga degli animali selvatici per il troppo caldo | 02/05/2022 | Sostenibilità
Con le temperature medie in crescita costante, gli animali selvatici saranno sempre più costretti a trasferire i propri habitat, spostandosi in regioni con maggiori probabilità di contatto con gli esseri umani e incrementeranno così, in maniera preoccupante, il rischio di provocare nuovi spillover virali ( cioè salti di specie) ed il conseguente scatenamento di nuove epidemie. E’ questo lo scenario delineato da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature e condotto dagli scienziati dell’americana Georgetown University, i quali hanno spiegato il nesso esistente tra cambiamento climatico e trasmissione virale. Il gruppo di ricercatori ha effettuato una valutazione completa del modo in cui i cambiamenti climatici potranno modificare il viroma globale dei mammiferi, intendendosi per viroma la sequenza lunga e diversa di virus che coesistono con noi, nel nostro apparato digerente, nelle nostre mucose, nei nostri polmoni. Non a caso, si stima che un essere umano sano abbia sempre in corso una dozzina di infezioni virali asintomatiche. L'infezione non è, dunque, una parentesi patologica, ma è la normalità. Gli scienziati hanno, pertanto, considerato i viaggi che le specie dovranno affrontare per individuare zone adatte al loro sostentamento: e, stando a quanto emerge dalla ricerca, le maggiori opportunità di relazioni con la fauna selvatica potrebbero aumentare il rischio che un nuovo agente patogeno emerga dagli animali. La preoccupazione dei ricercatori statunitensi è, in sostanza, quella che gli habitat finiscano per spostarsi in modo eccessivo verso gli insediamenti umani, riproducendo, in tale maniera, le condizioni innaturali che si possono verificare nei mercati illeciti: e vale a dire in quelle che sono state le realtà più probabilmente associate all’origine della diffusione del covid 19. Gli esperti hanno, inoltre, appurato che l’aumento delle temperature potrebbe provocare conseguenze particolarmente serie proprio sui pipistrelli: su una specie cioè nota per il rischio di trasmissione di malattie e infezioni virali. Le simulazioni effettuate dai ricercatori mostrano che gli impatti più evidenti di questa situazione dovrebbero, infatti, verificarsi proprio nel Sud-est asiatico, che costituisce l’area terrestre in cui vive la maggior parte dei pipistrelli. In pratica, lo studio ipotizza che il cambiamento climatico diventerà il principale fattore di rischio per le prossime pandemie. Gli autori spiegano, infine, che per ridurre i rischi connessi a questa tendenza, sarebbe, quindi, opportuno abbinare la sorveglianza delle malattie della fauna selvatica con studi in tempo reale sui cambiamenti ambientali. In conclusione, siamo in presenza di uno studio che potrebbe introdurre un metodo più accurato ed innovativo per prevenire i rischi di pandemia, avendo evidenziato come i movimenti dovuti a un clima caldo possano aumentare le possibilità che si verifichino degli spillover.