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Centri benessere: in Italia 120mila operatori a rischio
A cura di Ferruccio Bovio.
Lo slittamento della riapertura di palestre e centri wellness mette a rischio un settore che a livello nazionale coinvolge 120mila operatori in oltre 16mila strutture italiane. È quanto emerge da un’analisi dell’UeCoop, l’Unione europea delle cooperative, in riferimento al prossimo Dpcm del Governo che deve decidere sulla ripartenza delle attività in Italia. Il comparto del wellness, fra aziende, associazioni e cooperative sportive, vale circa 10 miliardi all’anno di fatturato e, nel 2020, ha potuto lavorare solo 6 mesi con perdite economiche rilevanti.
Le conseguenze del blocco rischiano di farsi sentire a lungo – anche in caso di riapertura immediata – considerato che, sottolinea UeCoop, ci sono da smaltire gli abbonamenti sospesi e non usufruiti attivati prima della serrata dell’attività. Spiega UeCoop che, fra i 20 milioni di italiani che praticano una qualche forma di sport, il 25,2 % si dedica a ginnastica, fitness o aerobica; il 23% gioca a calcio e più del 21% è appassionato di sport acquatici. Con il blocco anti contagio, tutte queste persone, se non si sono rassegnate alla sedentarietà, hanno dovuto trovare soluzioni alternative, come creare mini palestre private in cantina o in salotto, facendo così balzare verso l’alto i prezzi delle attrezzature.
La spesa per una piccola postazione domestica per il fitness – evidenzia UeCoop – è arrivata a 457 euro, con aumenti dei prezzi degli attrezzi che variano dal 30 al 60%. Occorre anche stare attenti alle truffe – avverte sempre UeCoop – che si presentano attraverso offerte su Internet con sconti eccezionali o merce troppo buon a mercato e che, effettuato il pagamento, non arriverà mai al compratore.
25 febbraio 2021
Le notizie di "Economy News", il programma di Giornale Radio condotto da Marco Veneziani, sono presenti anche nei nostri podcast nella sezione "Economy News".