
Tra il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e quello russo Vladimir Putin è in corso da tempo una sorta di guerra fredda 4.0. Dai cyberattacchi russi in piena campagna elettorale americana alle questioni energetiche, al clima, al mondo post-pandemia, alle crisi regionali, dall’Ucraina alla Siria, passando per Libia, Afghanistan e nucleare iraniano, ai diritti degli oppositori in Russia.
Il capo del Cremlino nega tutte le accuse sollevate dagli americani, compresa quella di essere il responsabile del tentato avvelenamento dell’oppositore Alexsei Navalny; Non vi è punto della lunga sequenza di temi affrontati nel vertice nella biblioteca di Villa La Grange a Ginevra. in cui i due Presidenti abbiano trovato una convergenza, ma entrambi sanno che in una nuova logica di spartizione del mondo sono complementari, anche se destinati a scontrarsi nei prossimi anni. Proprio come nel 1985 fecero a Ginevra Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov. Allora c’era la corsa agli armamenti. Oggi il dinamismo militare russo ai margini dell’Europa orientale viene definito “una crescente minaccia alla sicurezza dell’area euro-atlantica” durante il recente vertice Nato.
Ed è lì, tra quelle stanze di Villa La Grange, che Putin ha sfidato apertamente l’egemonia Usa nell’ottica di un mondo “multipolare”.
Ascolta “Il Corsivo” a cura di Daniele Biacchessi, ogni giorno su www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra app
Tra il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e quello russo Vladimir Putin è in corso da tempo una sorta di guerra fredda 4.0. Dai cyberattacchi russi in piena campagna elettorale americana alle questioni energetiche, al clima, al mondo post-pandemia, alle crisi regionali, dall’Ucraina alla Siria, passando per Libia, Afghanistan e nucleare iraniano, ai diritti degli oppositori in Russia.
Il capo del Cremlino nega tutte le accuse sollevate dagli americani, compresa quella di essere il responsabile del tentato avvelenamento dell’oppositore Alexsei Navalny; Non vi è punto della lunga sequenza di temi affrontati nel vertice nella biblioteca di Villa La Grange a Ginevra. in cui i due Presidenti abbiano trovato una convergenza, ma entrambi sanno che in una nuova logica di spartizione del mondo sono complementari, anche se destinati a scontrarsi nei prossimi anni. Proprio come nel 1985 fecero a Ginevra Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov. Allora c’era la corsa agli armamenti. Oggi il dinamismo militare russo ai margini dell’Europa orientale viene definito “una crescente minaccia alla sicurezza dell’area euro-atlantica” durante il recente vertice Nato.
Ed è lì, tra quelle stanze di Villa La Grange, che Putin ha sfidato apertamente l’egemonia Usa nell’ottica di un mondo “multipolare”.
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Tra il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e quello russo Vladimir Putin è in corso da tempo una sorta di guerra fredda 4.0. Dai cyberattacchi russi in piena campagna elettorale americana alle questioni energetiche, al clima, al mondo post-pandemia, alle crisi regionali, dall’Ucraina alla Siria, passando per Libia, Afghanistan e nucleare iraniano, ai diritti degli oppositori in Russia.
Il capo del Cremlino nega tutte le accuse sollevate dagli americani, compresa quella di essere il responsabile del tentato avvelenamento dell’oppositore Alexsei Navalny; Non vi è punto della lunga sequenza di temi affrontati nel vertice nella biblioteca di Villa La Grange a Ginevra. in cui i due Presidenti abbiano trovato una convergenza, ma entrambi sanno che in una nuova logica di spartizione del mondo sono complementari, anche se destinati a scontrarsi nei prossimi anni. Proprio come nel 1985 fecero a Ginevra Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov. Allora c’era la corsa agli armamenti. Oggi il dinamismo militare russo ai margini dell’Europa orientale viene definito “una crescente minaccia alla sicurezza dell’area euro-atlantica” durante il recente vertice Nato.
Ed è lì, tra quelle stanze di Villa La Grange, che Putin ha sfidato apertamente l’egemonia Usa nell’ottica di un mondo “multipolare”.
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