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A cura di Ferruccio Bovio
La procura di Roma ha chiesto l’archiviazione per l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, indagato a seguito di alcune denunce in materia di vaccini. A darne in anteprima la notizia, è stato il suo avvocato, Danilo Leva, nel corso di una trasmissione televisiva. L’esposto era stato presentato nel maggio scorso da alcuni sindacati delle forze dell’ordine e dal comitato “Ascoltami”: le accuse a carico del povero Speranza erano addirittura quelle di omicidio, lesioni personali, falso ideologico e corruzione. Non male come esempio di rancorosa faziosità politica.
Inoltre, come sappiamo, due settimane fa il Senato ha dato il via libera alla formazione di una commissione bicamerale, che avrà il compito di indagare sulla gestione dell’emergenza sanitaria durante la pandemia e sulle misure adottate per contrastare la diffusione del virus. Potrà farlo, esaminando documenti e verbali del Governo e dei vari organi competenti in materia sanitaria. In genere, le commissioni di inchiesta si concludono in una bolla di sapone: quella in questione, ci è parsa nascere sull’onda di una animosità forcaiola ben poco rassicurante… staremo, comunque, a vedere, perché nella vita (anche quella politica) può sempre succedere di tutto.
Tuttavia, a prescindere dal fatto che si possa soffrire o meno di nostalgia per gli esecutivi Conte, non si può onestamente negare che sia “l’avvocato del popolo” ( suo malgrado catapultato, da un giorno all’altro, dal silenzio ovattato delle biblioteche universitarie agli strilli bisbetici dei talk show ), che il suo ministro Roberto Speranza, si siano entrambi trovati – stabilendo con ciò il record della sfortuna – a dover governare l’Italia proprio in quello che è stato certamente il periodo più difficile della sua storia repubblicana. Avranno sicuramente commesso errori – anche gravi – ma non ci pare che altre parti politiche, oggi così pronte a gettare la croce addosso al duo incriminato, disponessero allora di una provvidenziale bacchetta magica…Pensiamo, anche soltanto per un attimo, a certe “genialate” che scaturivano, in quei momenti, da alcuni partiti di opposizione: come quella di riaprire le chiese a Pasqua per consentire ai fedeli di riunirsi tutti insieme e magari anche di scambiarsi “un segno di pace”…Pensiamo ai disastri che certe leggerezze irresponsabili avrebbero potuto provocare e, forse, ci recheremo davvero in chiesa…ma per ringraziare il Cielo di averci affidati, in quei disorientanti frangenti, alle mani prudenti del devotissimo Conte e del laico Speranza.
Comunque, al di là del fatto che un governo possa piacerci oppure infastidirci, ci troviamo questa volta – e non capita poi tanto spesso – assolutamente d’accordo con la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Roma, poiché crediamo che a giudicare le scelte di un governo – qualunque esso sia – non debba essere la magistratura, ma l’elettorato. Salvo, ovviamente, il caso in cui sia evidente che ad ispirare l’azione di un esecutivo sia stato il dolo. E questo è il confine che, secondo noi, dovrebbe separare, in modo chiaro ed inequivocabile, una repubblica parlamentare da una repubblica giudiziaria: un confine che però, il nostro Paese, da trent’anni a questa parte, tende a valicare con allarmante frequenza.
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