
Gli schieramenti politici sono alla ricerca di una identità, di un futuro.
Silvio Berlusconi intende riprendere le redini del centrodestra, nonostante le sue non brillanti condizioni di salute, e la netta ascesa della popolarità di Giorgia Meloni, inseguita da Matteo Salvini.
E proprio ai due partner si rivolge Berlusconi, proponendo la costruzione di un partito unico entro il 2023. Il ragionamento del capo di Forza Italia si impernia sull’idea che il Paese non uscirà dalla crisi se non saprà riformare a fondo il sistema dei partiti, il sistema della rappresentanza politica. Sul partito unico c’è già la viva contrarietà di Lega e Fratelli d’Italia.
L’altro fronte, il centro sinistra, il Pd cerca una leadership in sede locale e si affida nuovamente alle primarie, antico strumento ancora valido sul piano della partecipazione, specie a Bologna dove l’affluenza è stata notevole, in linea con quella del passato. Il risultato scontato di Roma con la vittoria dell’ex ministro del Governo Conte Roberto Gualtieri non ha invece surriscaldato gli animi. La sensazione è che qualcosa accadrà sul piano delle alleanze.
Nel centrosinistra si conferma quella tra Pd, M5s e Leu, ma nel centrodestra il partito unico che ha in mente Berlusconi resterà con ogni probabilità una chimera irrealizzabile.