
Dopo un lungo braccio di ferro all’interno della maggioranza, il Governo prende atto del miglioramento della situazione sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19 e sceglie la via dell’allentamento sostanziale delle misure restrittive. A sciogliere i nodi scoperti è in primis l’accelerazione del piano vaccinale che scivola di ora in ora verso i 30 milioni di italiani vaccinati almeno con la prima dose. Un peso determinante hanno avuto il netto calo dei contagi, dei morti, l’abbassamento sotto la soglia di allarme dell’incidenza delle terapie intensive, l’allentamento generale sul sistema ospedaliero. Non è stato facile per il presidente del Consiglio Mario draghi mediare le posizioni aperturiste della lega e in parte di forza Italia con il maggior rigorismo del Pd, del M5s e di Leu. Un punto di equilibrio più o meno si è trovato, ma è di carattere tecnico, mentre la vera grande questione delle riforme divide ancora i due schieramenti. Salvini conferma lo strappo dei giorni scorsi.
Per i Dem, l’agenda delle riforme alla quale è chiamato il governo è dettata dal principio che sta alla base del Recovery Fund: risorse in cambio di un cronoprogramma rigido da rispettare. In caso contrario il flusso di fondi europei può arrestarsi. Lo schema è ben chiaro anche al capo del governo che sulle riforme previste dal Recovery non ha alcuna intenzione di rallentare.
E saranno proprio le riforme il vero banco di prove di questa fragilissima maggioranza.
Dopo un lungo braccio di ferro all’interno della maggioranza, il Governo prende atto del miglioramento della situazione sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19 e sceglie la via dell’allentamento sostanziale delle misure restrittive. A sciogliere i nodi scoperti è in primis l’accelerazione del piano vaccinale che scivola di ora in ora verso i 30 milioni di italiani vaccinati almeno con la prima dose. Un peso determinante hanno avuto il netto calo dei contagi, dei morti, l’abbassamento sotto la soglia di allarme dell’incidenza delle terapie intensive, l’allentamento generale sul sistema ospedaliero. Non è stato facile per il presidente del Consiglio Mario draghi mediare le posizioni aperturiste della lega e in parte di forza Italia con il maggior rigorismo del Pd, del M5s e di Leu. Un punto di equilibrio più o meno si è trovato, ma è di carattere tecnico, mentre la vera grande questione delle riforme divide ancora i due schieramenti. Salvini conferma lo strappo dei giorni scorsi.
Per i Dem, l’agenda delle riforme alla quale è chiamato il governo è dettata dal principio che sta alla base del Recovery Fund: risorse in cambio di un cronoprogramma rigido da rispettare. In caso contrario il flusso di fondi europei può arrestarsi. Lo schema è ben chiaro anche al capo del governo che sulle riforme previste dal Recovery non ha alcuna intenzione di rallentare.
E saranno proprio le riforme il vero banco di prove di questa fragilissima maggioranza.