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A cura di Ferruccio Bovio
In questi giorni è in corso un acceso dibattito sul finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, che ha visto, tra l’altro, anche l’autorevolissimo intervento di quattordici scienziati italiani i quali, su “Scienzainrete”, hanno sottoscritto un appello affinché sia sempre garantita la salute a tutti i cittadini.
Sembra, infatti, che, per l’anno prossimo, sia prevista una ulteriore riduzione di quel già modesto 6,4% del PIL che, attualmente, viene destinato alla Sanità pubblica.
Forse, la denuncia comparsa su “Scienzainrete” è un tantino ingenerosa nei confronti del Governo al momento in carica, perché evita di ricordare che la politica dei tagli in materia d Sanità non è certo una novità degli ultimissimi tempi, ma è, invece, una prassi che va avanti da non pochi anni: perlomeno, se dicono il vero i numeri forniti dalla Fondazione Gimbe, i quali ci spiegano come, a partire dal quarto governo Berlusconi per passare poi attraverso quelli di Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, alla sanità pubblica siano stati sottratti oltre 37 miliardi di euro…Guarda caso, proprio l’importo che ci sarebbe stato messo a disposizione da quel MES sanitario al quale, chissà per quale inspiegabile pregiudizio, anche nel periodo più buio della pandemia, hanno saputo dire di no sia l’esecutivo Conte 2, che quello guidato da Mario Draghi.
Francamente, ci pare si sia trattato, in entrambi i casi, di una scelta colpevolmente responsabile per aver negato risorse di notevolissima entità ad una Sanità italiana che, tuttora, ne avrebbe bisogno come dell’aria…Tuttavia, se da un lato possiamo stendere, in qualche modo, un velo pietoso sulle ottuse motivazioni anti europeiste di una strana alleanza parlamentare – sorta tra Lega, 5 Stelle e Fratelli d’Italia – che fu allora in grado di condizionare Giuseppe Conte, dall’altro ben più arcane ci paiono le ragioni che, invece, fermarono l’azione di un uomo solitamente abituato a prendere decisioni “whatever it takes” come l’ ex presidente della BCE.
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