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IL PUNTO DELLA SETTIMANA

Europa, Italia e nucleare | 26/03/2023 | Il Punto della Settimana

today26 Marzo 2023

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A cura di Ferruccio Bovio

In questo periodo, si sta delineando, tra dodici Stati europei, una proficua alleanza destinata ad operare nel campo del nucleare civile e finalizzata allo sviluppo numerico e qualitativo delle loro dotazioni di centrali. Si tratta, in sostanza, di attivare un meccanismo di collaborazione che consenta di coniugare le esperienze maturate da tutti i Paesi che aderiscono all’iniziativa, al fine di potenziare e perfezionare sempre di più la tecnologia in questione. Ed a questo proposito, sono ventinove le centrali che, nel prossimo futuro, saranno aperte nel Vecchio Continente e che andranno ad affiancarsi alle oltre cento che sono già attualmente in funzione. Alcune di queste avranno bisogno di interventi di modernizzazione che permetteranno loro di prolungare ancora nel tempo la loro esistenza: e non a caso, la Francia – tanto per fare un esempio – è, al momento, impegnata in uno sforzo di aggiornamento degli impianti nucleari di cui già dispone, oltre ad aver investito nella realizzazione del progetto di un innovativo reattore europeo, da inquadrare nella categoria dei cosiddetti “small modular reactors”. Categoria che rappresenta una rivoluzionaria e grande opportunità sulla strada che porta ad integrare il nucleare con le energie rinnovabili, rendendolo in tal modo complementare a queste ultime.

Di conseguenza, anche a voler essere eccessivamente pessimisti e sostenere che il nucleare di quarta generazione ( quello cioè che eliminerà il problema delle scorie) sia ancora di là da venire, resta pur sempre il fatto che, a livello europeo, sta prendendo consistenza uno scenario di crescita tecnologica, economica e persino occupazionale dal quale, per il nostro Paese, sarebbe un grave errore restare fuori. E non a caso, i nostri principali Gruppi del comparto energetico – dall’Eni, all’Enel o all’Ansaldo – sono particolarmente attenti a tutto quello che si muove in questo settore della ricerca.

È auspicabile ( ma si dice che sia andata proprio così) che il recentissimo scambio di vedute, avvenuto tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni, abbia contemplato anche il tema dell’energia nucleare. Da molti anni, in Italia, si parla di nucleare e di approvvigionamento energetico lasciandosi guidare più da pregiudizi ideologici e disinformati, che da ragionamenti scientifici e concreti. Pertanto, giunti a questo punto, ci sembra siano ormai maturate le condizioni oggettive affinché la politica nazionale cominci ad orientarsi seriamente verso scelte attuative che siano davvero in grado di valorizzare l’eccellenza di quella professionalità che, quando si parla di nucleare, ha da sempre contraddistinto la nostra industria ed i nostri centri di ricerca.

Se poi diamo uno sguardo attento a ciò che succede fuori di casa nostra, non potremo che prendere atto del fatto che mentre la Francia, grazie al nucleare, riesce ad essere il Paese maggiormente in regola con gli obiettivi climatici europei (oltreché meno dipendente dalle importazioni di gas e petrolio), la Germania che, invece, di nucleare non vuole neanche sentirne più parlare, continua ad essere l’economia più inquinante del Continente e quella che maggiormente dipende dalle energie fossili.


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