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È, dunque, stata respinta l’istanza di revoca degli arresti domiciliari avanzata da parte del legale di Giovanni Toti. Nell’ordinanza con la quale il gip del capoluogo ligure, Paola Faggioni, boccia la richiesta depositata dall’avvocato Srefano Savi il 10 giugno scorso, si argomenta, infatti, che “è evidente, anche alla luce dei recenti sviluppi investigativi, la permanenza del pericolo che ‘indagato possa reiterare analoghe condotte – peraltro ritenute pienamente legittime e corrette dal predetto – in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025 “. Inoltre, aggiunge la dottoressa Faggioni, lo stesso Toti “continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e le cariche pubblicistiche, con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti”. In sostanza, il giudice per le indagini preliminari condivide – scusate il gioco di parole – “in toto” le posizioni già espresse dalla Procura di Genova, secondo cui la revoca dei domiciliari consentirebbe al governatore della Regione di riprendere indisturbato ad inquinare le prove o a ripetere i reati che gli vengono attribuiti, proprio in virtù della funzione pubblica che – cerchiamo di non dimenticarlo – gli deriva dal voto espresso dalla maggioranza dei Liguri. In altre parole, Giovanni Toti, una volta tornato libero, potrebbe riprendere la sua presunta attività delinquenziale proprio governando…Ne consegue che, se il malcapitato uomo politico desidera tornare a “riveder le stelle”, non può fare altro che dimettersi e rinunciare così alla sua carica elettiva. E qui però, ci vengono spontanee un paio di riflessioni, poiché se davvero i magistrati genovesi considerano la rinuncia alla presidenza della Regione Liguria come la condizione sine qua non per sanare una situazione che impone il ricorso alle misure cautelari, allora vuol dire che per loro le scelte dei cittadini che votano contano veramente poco…Anche perché – e, per favore, non dimentichiamolo – stiamo ancora parlando di “ipotesi di reati” e non di reati effettivamente accertati, dal momento che, in circa quattro anni di indagini, non è ancora stata rinvenuta alcuna “pistola fumante”…Stiamo, quindi, provando la sgradevolissima sensazione di trovarci in presenza di un possibile attacco, nei confronti della politica, da parte di una magistratura che sembra arrogarsi il diritto di determinare gli assetti delle istituzioni pubbliche. Pertanto, Giovanni Toti, se vuole riacquistare la sua libertà, deve necessariamente dire addio alla vita politica…Poi, magari tra dieci anni, uscirà da questa kafkiana vicenda con una bella assoluzione in ogni grado di giudizio, ma intanto, se rimane fermo nei suoi convincimenti e nelle sue posizioni, i domiciliari, per lui, dureranno ancora lungo, almeno fino alle Regionali del 2025…e poi chissà… gli venisse mai in mente di candidarsi alle Politiche del 2027?
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