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A cura di Ferruccio Bovio
Due giorni fa, la Corte Internazionale dell’Aia si è riunita per valutare l’accusa – avanzata dal Sudafrica – di genocidio nei confronti di Israele. Un’accusa, in teoria, tutt’altro che facile da sostenere, poiché per configurare il crimine di genocidio, non basta trovarsi in presenza di un numero rilevante di vittime civili, ma occorre anche riuscire a dimostrare la sussistenza di un elemento soggettivo che consiste nella volontà di “distruggere, in tutto o in parte, un determinato gruppo di persone che si identifichi per la propria nazionalità, etnia, razza o religione”. Tuttavia, se andiamo a vedere quali Paesi siano rappresentati nel Collegio che avrà il compito di pronunciarsi sulla questione, notiamo che è piuttosto folta la partecipazione di Stati della cui sensibilità, in merito al rispetto dei diritti umani, è lecito dubitare. E stiamo parlando di Cina, Russia, Somalia, Uganda o Libano…Possiamo, quindi, aspettarci di tutto…
D’altra parte, lasciando adesso a margine la contesa israelo – palestinese, stiamo pur sempre parlando di un Tribunale che è espressione di quell’ONU che non tradisce il benché minimo cenno di imbarazzo o di vergogna nell’attribuireall’Iran la presidenza del Consiglio per i Diritti Umani, che ha sede a Ginevra… Siamo del parere che l’Organizzazione del Palazzo di Vetro abbia ormai esaurito del tutto quella spinta ideale – magari anche velleitaria – che, originariamente, aveva portato gran parte dell’umanità ad illudersi che fosse sempre possibile risolvere anche i problemi più spinosi, affidandosi alla diplomazia e, soprattutto, al ripudio delle armi. Che le cose non siano andate in questo modo e che quasi tutte le pronunce delle Nazioni Unite siano il frutto di maggioranze “bloccate” e precostituite è, infatti, sotto gli occhi di tutti. Ci chiediamo, tanto per fare un esempio scandaloso, per quale motivo nessuno all’ONU si prenda mai la briga di occuparsi un po’ anche dei poveri Curdi: anch’essi – come i Palestinesi – un popolo senza patria, ma, evidentemente (purtroppo per loro ) con meno santi in paradiso.. . Eppure, fecero comodo a tutti quando si trattò di andare a stanare, casa per casa, i miliziani dell’ISIS…per un paio d’anni ebbero gli onori delle prime pagine di tutti i giornali del mondo che ne esaltavano l’eroismo e lo spirito di sacrificio… salvo poi, a missione compiuta, liquidarli dicendo loro “grazie ragazzi, è stato bello conoscervi, ma adesso con l’aviazione di Erdogan ve la vedete voi”…
Come mai nei programmi delle Nazioni Unite non si parla mai della creazione di uno Stato per il popolo curdo? E’ forse un popolo di serie B rispetto a quello palestinese? Che cosa ha da suggerire in proposito il segretario generale Antonio Guterres? E poi, lasciatecelo dire, saremmo anche tanto curiosi di sapere che cosa ne pensino, in Italia, i vari Orsini and company?
14 Gennaio 2024
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