
5868 persone denunciate, 50 milioni di euro percepiti in modo indebito, 13 milioni di euro di contributi richiesti e non ancora riscossi. Nel primo anno di Covid c’erano nostri connazionali che vivevano sopra le loro possibilità e ricevevano illecitamente il reddito di cittadinanza. Gli accertamenti della Guardia di finanza e dell’Inps hanno fotografato la mappa degli italiani che si appropriano di qualcosa che non gli spetta. Tra i furbetti del reddito di cittadinanza ci sono soggetti intestatari di ville e auto di lusso, evasori totali, persone dedite a traffici illeciti e facenti parte di associazioni criminali di stampo mafioso, già condannate in via definitiva. In un Paese dove 2 milioni 200 mila nuclei familiari,
5 milioni 600 mila individui vivono nella povertà assoluta, ben sotto i livelli minimi della sussistenza e della dignità, quella descritta dai finanzieri nel loro rapporto 2020 è l’Italia della vergogna.
I dubbi però restano. Come è stato possibile concedere il reddito di cittadinanza a quasi seimila persone che non ne avevano il diritto? Lo strumento messo in campo dal primo e secondo Governo a guida Giuseppe Conte, voluto dal M5s come un feticcio intoccabile si sta dimostrando farraginoso, pieno di falle e di storture che non risolvono il problema, anzi perfino lo complicano visti questi risultati.