
Il ministro dell’Interno Piantedosi respinto dalla Libia e accusato di ingresso illegale.
Indesiderabili. Con questa motivazione la Libia respinge il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, con gli omologhi di Malta, Byron Camilleri, e della Grecia Thanos Plevris e il commissario europeo Mark Brunner, che ieri avevano in programma un incontro con i ministri del generale Haftar in tema di flussi di migranti. Alla fine sono stati bloccati in aeroporto e invitati a lasciare immediatamente il Paese. L’annuncio giunge in modo formale dal governo di Osama Hamad, premier della Cirenaica non riconosciuto dalla comunità internazionale ma con cui da tempo Italia e Ue hanno avviato relazioni.
Le accuse contro i ministri e i commissari europei.
I tre ministri e il commissario Ue avevano in programma un incontro con Trebelsi, responsabile degli Interni di Tripoli, poi con il suo omologo in Cirenaica. Avevano chiesto maggiori sforzi nel bloccare le partenze. Il vertice con il governo Ddbeibeh non ha avuto problemi, mentre quello con il governo Hamad non è andato storto. Alla fine, ministri e commissario sono stati accusati di violazione di norme diplomatiche e convenzioni internazionali e “azioni che rappresentano una mancanza di rispetto per la sovranità nazionale libica”, oltre che di “omissione delle procedure che regolano ingresso, circolazione e residenza dei diplomatici stranieri”.
La ricostruzione opaca.
Per il Viminale si tratta di una incomprensione protocollare e il problema non ha mai riguardato la componente italiana della delegazione e i rapporti bilaterali con l’Italia. Ma le varie versioni non sono chiare. Il commissario Ue non avrebbe gradito la presenza in aeroporto di una delegazione ufficiale del governo libico, che formalmente la comunità non riconosce. Brunner si sarebbe rifiutato di accettare il benvenuto pubblico e ufficiale. Un’altra versione ancora suggerisce invece che il maggiore risentimento sia nei confronti dell’Italia considerata troppo timida nel perorare pubblicamente la causa della Cirenaica e del suo padrone, Haftar. Insomma, la ricostruzione di ciò che è accaduto in territorio libico risulta opaca.
“Il Corsivo” a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell’angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca.
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