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A cura di Daniele Biacchessi
Il Quirinale vaglia la legge sull’autonomia differenziata
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si prende almeno trenta giorni di tempo prima di fornire, attraverso gli uffici del Quirinale, un parere definitivo sul ddl Calderoli, quello relativo all’autonomia differenziata. E compirà ciò che gli spetta solo vagliando la legge sul piano costituzionale, anche sotto il profilo delle coperture finanziarie del provvedimento. La materia è complessa, perché il parere del Capo dello Stato dovrà esprimere un’opinione che esuli dalle questioni meramente politiche e dallo scontro infuocato dentro e fuori dalle coalizioni. Fino ad oggi, il Quirinale ha rimandato indietro due leggi: Giorgio Napolitano aveva bocciato quella sul fine vita, Sergio Mattarella quella sulle mine anti uomo. Per il resto, la prassi prevede la promulgazione della legge, accompagnata da una lettera contenente rilievi sull’eventuale mancata copertura finanziaria, ma la legge sull’autonomia non prevede stanziamenti perché rimanda ad accordi con lo Stato la cessione delle varie materie alle Regioni.
Malesseri nella maggioranza, l’opposizione va verso il referendum
Il ddl sta creando tensioni nella maggioranza, soprattutto in Forza Italia. Il leader Antonio Tajani tenta di placare la rivolta degli amministratori del Sud, in particolare il Governatore della Calabria Roberto Occhiuto. Permangono sempre in Calabria i malesseri all’interno della Lega. L’opposizione è sulle barricate e, oltre ad una mobilitazione di piazza, promette una battaglia legale. Il M5s, attraverso i capogruppo Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli, hanno chiesto formalmente a Mattarella di non firmare la legge. Il Pd ha già annunciato il ricorso alla Consulta e avviato l’iter per chiedere un referendum costituzionale. Iniziative simili sono previste dai Governatori di Sardegna, Campania, Emilia-Romagna, Puglia, Toscana. Critiche al ddl giungono dal fondatore di Libera Don Luigi Ciotti, secondo cui aumenterà la povertà, e dal procuratore di Napoli Nicola Gratteri che chiede di nazionalizzare la sanità. Il futuro dell’autonomia differenziata resta in salita.
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