
Alla fine l’ex Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ce l’ha fatta con il sostegno di Lega e Forza Italia. Il Senato ha confermato anche in appello la sentenza che in primo grado aveva restituito l’assegno a Roberto Formigoni, nonostante la condanna definitiva per tangenti. Lo ha deciso il consiglio di garanzia del Senato, cioè l’organo di secondo grado che decide le controversie
interne a Palazzo Madama. In pratica il tribunalino interno del Senato ha confermato la sentenza della commissione Contenziosa, che il 13 aprile aveva restituito il vitalizio a Formigoni. La decisione è passata per tre voti a due. Hanno votato per il ripristino dell’assegno il berlusconiano Luigi Vitali, che presidente la commissione, e i leghisti Pasquale Sepe e Ugo Grassi (ex M5s). Contrari Alberto Balboni di Fratelli d’Italia e Valeria Valente del Pd. Con questa decisione viene cancellata di fatto la delibera con cui l’ex Presidente del Senato Pietro Grasso, nel 2016, aveva eliminato il privilegio per i senatori condannati a pene detentive superiori ai due anni di carcere.
Non è un bel segnale a quanti credono ancora nella legalità e ha ragione l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte quando afferma che non è un messaggio positivo per la gente onesta. Si tratta infatti di una scelta che mina alla radice il già complicato rapporto tra istituzioni e cittadini.