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IL PUNTO DELLA SETTIMANA

Integralismo laico | 09/04/2023 | Il Punto della Settimana

today9 Aprile 2023

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A cura di Ferruccio Bovio

In genere, il sostantivo “integralismo” viene abbinato all’aggettivo “religioso” per indicare le tante forme di oppressione sociale e culturale che, purtroppo, in nome di una determinata fede, vengono ancora oggi esercitate in svariate aree del Pianeta. Tuttavia, anche da parte di certi ambienti laici non vengono certo a mancare inaccettabili esempi di intolleranza e di discriminazione nei confronti di chi non condivide una certa visione delle cose del mondo: e spesso si tratta del frutto di atteggiamenti pregiudiziali che noi non esitiamo a definire “integralismo laico”.

Tutta questa premessa prima di soffermarci su un fatto – avvenuto recentemente in provincia di Oristano – che ci ha lasciati veramente desolati. E vi stiamo parlando del caso di un’insegnante di scuola primaria che – udite, udite! – è stata sospesa per 20 giorni per aver recitato alcune preghiere con gli alunni e aver fatto realizzare loro un mini rosario. La sospensione è scattata a fine marzo, ma l’episodio risale, invece, allo scorso mese di dicembre.

La docente si trovava in una classe per sostituire un collega assente e, vista la vicinanza del periodo natalizio, aveva pensato di esercitare la manualità dei bambini, chiedendo ad essi di mettere insieme alcune perline per farne un piccolo rosario a forma di braccialetto. Dopo di che, terminata la lezione, ha recitato insieme agli alunni due preghiere: il Padre nostro e l’Ave Maria. E’ bastato questo per scatenare la reazione di due famiglie che si sono rivolte al dirigente scolastico, affinché convocasse l’incauta maestra e ne ottenesse le scuse da rivolgere personalmente a quei genitori arsi dal fuoco laico. Cosa che è poi regolarmente avvenuta. Quando però tutta questa evitabilissima controversia sembrava ormai archiviata, è giunta a sorpresa la notifica che sospendeva dalle lezioni, per 20 giorni (e cioè fino al 16 aprile), la sfortunata insegnante, riducendole, inoltre, pure lo stipendio.

L’eco di quanto avvenuto in questa scuola elementare della Sardegna si è, inevitabilmente, propagato anche a livello politico con il presidente della Commissione Affari Sociali e Salute della Camera dei Deputati, Ugo Cappellacci, che, annunciando un’interrogazione al ministro della Pubblica Istruzione, ha parlato di un “caso grave di integralismo laico”.

A portare un po’ di chiarezza e di equilibrio nella questione è poi però arrivato – a nostro avviso opportunamente – anche l’intervento dell’Associazione nazionale dei presidi, che ha definito “eccessivo” il provvedimento disciplinare in esame, ma che, al tempo stesso, ha anche criticato come “inadeguata l’azione della maestra”, dal momento che la scuola è laica e non deve portare gli alunni a professare alcuna religione, qualunque essa sia. L’atto – sempre secondo l’Organizzazione dei dirigenti scolastici – andava, quindi, effettivamente contestato, anche se, comunque, non si giustifica assolutamente una sanzione di tale portata.

In sostanza, la morale di questa storia ai confini dell’assurdità, ci racconta che la laicità dello Stato – che noi, sia chiaro, pretendiamo in tutte le sue componenti (compresa quella scolastica) – si tutela anche con atteggiamenti che siano, appunto, “laici” ed in grado, cioè, di dare, in modo responsabile, la rilevanza che effettivamente possono avere ad un giochino manuale e a due distratte Ave Marie dette nella trepidante attesa che squilli la campanella del fine lezioni…


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