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A cura di Daniele Biacchessi
È un vero giallo l’incidente aereo che ha causato la morte del presidente iraniano Raisi. L’agenzia di Stato Irna si è affrettata a chiudere il caso: “Il presidente ha trovato il martirio nello schianto di un elicottero causato da un guasto tecnico”. Ma resta la questione dei tre velivoli che farebbero parte del convoglio che trasportava Raisi e alcuni membri del governo iraniano.
Il mistero dei tre elicotteri
Alle 13,30 locali, le 12 italiane di domenica, l’elicottero precipita in una remota zona montuosa a circa 60 chilometri dalla diga di Qiz-Qalasi, a 2 chilometri a sud ovest del villaggio di Uzi. Alle 16 iraniane, le 14,30 italiane sempre di domenica, il regime comunica tramite la tv di Stato che l’elicottero è stato costretto a un “atterraggio duro” a causa della nebbia fitta. Sono le 5 in Iran, le 3,30 in Italia. I soccorritori individuano i resti del velivolo da una distanza di 2 chilometri e raggiungono la località dopo un’ora. Alle 7,30 iraniane, le 6 italiane, le autorità comunicano la morte di tutti i passeggeri. Ma qualcosa suona strano. Il primo comunicato ufficiale sostiene che il Bell 212 di Raisi era scortato da altri due elicotteri. Nel video che mostra l’ultimo decollo si distinguono con chiarezza la sagoma di un MI Mil-17 russo e di un altro Bell. Entrambi sono a terra e non hanno i rotori in movimento. Poi, durante le operazioni di soccorso, le notizie non riguardano più i tre elicotteri, ma solo quello che trasportava Raisi. I dubbi restano. Meteo avverso o guasto tecnico?
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