
Israele colpisce una delegazione Ue a Jenin.
A Jenin, va in scena l’ultimo attacco di Israele contro gli osservatori internazionali nei territori occupati. L’esercito israeliano spara colpi di avvertimento in aria in presenza di una delegazione formata da almeno 30 fra diplomatici arabi, asiatici e dell’Unione Europea in visita in uno dei principali campi profughi palestinesi. Tra i diplomatici, c’era anche il viceconsole italiano Alessandro Tutino, che sta bene ed è già rientrato a Gerusalemme. Il comandante della divisione della Cisgiordania, il generale Yaki Dolf, ha chiesto un’indagine su quanto accaduto e si dice rammaricato. E pure il generale Hisham Ibrahim, capo dell’amministrazione civile della Difesa, ha ordinato ai suoi ufficiali di contattare immediatamente i rappresentanti dei Paesi coinvolti.
Situazione fuori da ogni controllo.
Il fatto è gravissimo e non ci sono più scuse. Ormai è chiaro che la macchina militare israeliana si muove al di fuori di ogni accordo umanitario, sopra le leggi, contro ogni controllo internazionale, e la guerra in corso a Gaza e Cisgordania rimane il conflitto personale di Netanyahu e del suo governo di ultradestra che vorrebbe cancellare dalla faccia della terra ogni presenza palestinese. “Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili”, dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Siamo già in contatto con gli altri paesi colpiti per coordinare congiuntamente una risposta a quanto accaduto”, sostiene il governo spagnolo. “Chiediamo a Israele di indagare su questo incidente e di portare davanti alla giustizia i responsabili. Qualsiasi minaccia alla vita dei diplomatici e’ inaccettabile”, manda a dire l’Alta rappresentante Ue per la Politica estera, Kaja Kallas. Le reazioni dei paesi colpiti da Israele sono dunque modeste, alcune persino imbarazzanti. Pure in Italia la politica rivela il livello modesto del dibattito di ieri con assenze ingiustificate sui banchi di maggioranza e opposizione. Il segno che neppure sotto i colpi del mortaio israeliano il nostro paese ha una politica estera degna d’essere chiamata tale.
“Il Corsivo” a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell’angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca.
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