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A cura di Ferruccio Bovio
Il Comitato Tecnico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha, dunque, decretato ufficialmente che il Covid 19 ha cessato di rappresentare una minaccia pandemica. In sostanza, per gli esperti dell’OMS, il virus che tanto ha mietuto vittime negli ultimi due anni, non costituisce più un pericolo tale da giustificare l’adozione di provvedimenti straordinari. Tuttavia, la direzione generale dell’Agenzia sanitaria delle Nazioni Unite invita anche a non abbassare la soglia di attenzione nei confronti di altre possibili pandemie, che oggi siamo senz’altro in grado di fronteggiare più efficacemente, ma che, in mancanza di un’azione coordinata a livello globale, potrebbero nuovamente coglierci di sorpresa. Pertanto, sempre secondo l’OMS, l’errore più grave che il mondo possa al momento commettere è quello di ridimensionare quel sistema di prevenzione che è stato faticosamente realizzato, lanciando alla gente “il messaggio che il Covid non è più qualcosa di cui doversi preoccupare”.
Venti milioni di morti stimati dall’Organizzazione che ha sede a Ginevra restano, infatti, impressi a futura memoria affinché nessun Paese dimentichi le drammatiche lezioni che il virus ci ha imposto di apprendere.
L’impressione che abbiamo è quella che questa dichiarazione di fine pandemia l’OMS l’abbia ufficializzata più per ammonire i politici ed i governi a non deflettere da una linea di attento monitoraggio, che per la gente comune che probabilmente la viveva già come un fatto scontato e, pertanto, si è comportata in questi ultimi tempi come se nulla fosse mai stato. E non a caso, sono tornati a manifestarsi in modo assai disinvolto gli assembramenti, mentre sono quasi scomparse del tutto le mascherine…In altre parole, per le strade si avverte da tempo la gradevole (ma speriamo non illusoria) sensazione che tutto sia ormai un ricordo lontano o addirittura soltanto un brutto sogno.
Eppure, nel malaugurato caso del riproporsi di una nuova emergenza sanitaria, siamo proprio sicuri di non dover rivivere le esperienze del recentissimo passato? Siamo consapevoli del fatto che ancora oggi tutte le popolazioni a basso reddito una dose di vaccino che sia una non l’hanno praticamente mai vista? E per quanto riguarda più nello specifico il nostro Paese, abbiamo predisposto strutture di emergenza adeguatamente munite di ambienti, mascherine, ossigenatori e di tutto quello che occorre per non farci trovare un’altra volta impreparati e per non essere obbligati ad utilizzare e ad intasare quegli ospedali che, invece, dovrebbero continuare ad occuparsi di tutte le altre patologie? E poi non sarebbe forse anche il caso di cominciare a dotarci di un’autonomia nazionale anche in relazione alla produzione dei vaccini per non dipendere più dalle forniture e (soprattutto) dai prezzi che vengono ancora e sempre fissati dall’industria farmaceutica d’Oltreoceano?