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A cura di Daniele Biacchessi
L’immagine plastica della campagna elettorale in Sardegna è quella che vede tutti leader del centrodestra sul palco di Cagliari a sostegno del candidato Paolo Truzzu. Mentre si celebra l’unità, a Roma le cose vanno in modo diverso. La maggioranza giunge divisa al voto parlamentare sul cosiddetto terzo mandato per presidenti di Regione e sindaci. La Lega ha infatti deciso di non ritirare l’emendamento che propone l’estensione del mandato, nonostante la forte pressione dei maggiori alleati, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Così oggi si andrà alla conta in Commissione Affari costituzionali in Senato. Il malumore serpeggia tra le file leghiste, tanto che in una intervista a Repubblica il ministro Roberto Calderoli non le manda a dire a Fdl. “Ci ascoltino, altrimenti proporremo due mandati anche per i parlamentari. Comunque in Veneto, Luca Zaia non si tocca”. La tecnica adottata dal Governo è quella di lasciare ai partiti l’autonomia di decidere in libertà sui Governatori, così da non prendersi alcuna responsabilità in caso di rottura, mentre l’esecutivo dovrebbe dare l’indicazione di votare contro il terzo mandato per i sindaci. L’esito sembra scontato. L’emendamento della Lega non passerà. Anche l’opposizione è infatti spaccata. M5s è favorevole a mantenere il tetto e il Pd, che in direzione aveva registrato posizioni contrapposte, sta pensando di disertare il voto.
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