IL PUNTO DELLA SETTIMANA

L’America che non ci piace | Il Punto della Settimana

today10 Agosto 2025

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È appena arrivata, dall’America, la notizia dell’ultimo colpo di genio partorito dalla mente – spesso incline a stupire – di Robert Kennedy jr: l’unico ministro della Salute al mondo che invita, apertamente, la gente a non non fidarsi della Medicina ufficiale…Questa volta, l’erede della mitica dinastia bostoniana, ha pensato bene di operare un taglio di 500 milioni di dollari destinati a finanziare lo sviluppo dei vaccini basati sulla tecnologia a mRNA. Una decisione che, tra l’altro, immaginiamo non sarà risultata particolarmente gradita ad alcune grandi realtà statunitensi, come Pfizer e Moderna, che – almeno a parole – Trump ha, invece, sempre affermato di voler sostenere. Sono 22, infatti, i progetti di ricerca che, adesso, i due colossi della farmaceutica mondiale si vedranno costretti a sospendere, dal momento che – come ha spiegato Kennedy – “i dati mostrano che i vaccini non proteggono da infezioni respiratorie come Covid e influenza”. Ed a quali dati si riferisse, la comunità scientifica internazionale sarebbe davvero molto curiosa di saperlo, visto che la stragrande maggioranza degli specialisti della materia considera i vaccini a mRna come l’opzione migliore contro le pandemie. Cosa che forse, in fondo, in fondo, non esclude neanche lo stesso Kennedy il quale, come è noto, durante la crisi sanitaria, ha accettato ben volentieri che i suoi quattro figli, precauzionalmente, si sottoponessero al siero anti covid…
Fin da subito, il fatto che a vegliare sulla salute dei cittadini statunitensi fosse stato designato un uomo che si era creato una vasta popolarità proprio alimentando teorie complottiste e no vax, aveva destato non poche preoccupazioni anche a livello internazionale: adesso però, a manifestare tutto il proprio disappunto sono pure intervenuti numerosi ambienti dell’immunologia americana in quella che, non a caso, l’Università della Pennsylvania ha definito “una giornata nera per la scienza”.
L’Amministrazione Trump, sceglie, dunque di rinunciare ad un’arma – già sperimentata nella sua efficacia – da contrapporre alle pandemie del futuro. E lo fa, prevalentemente, per andare incontro alle aspettative di una base elettorale fanaticamente condizionata da un profondo senso di sfiducia e di rancore verso tutto ciò che appartiene alla scienza o, più in generale, alla competenza.
Non c’è che dire, d’ora in poi dovremo, quindi, abituarci anche all’idea che le politiche sanitarie possano essere infaustamente condizionate da un becero populismo antiscientifico, senza che, dai piani alti, nessuno senta neanche lontanamente l’esigenza di fornire qualche giustificazione credibile a supporto delle sue scelte sconsiderate.

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