ì
A cura di Ferruccio Bovio
Terminato l’interrogatorio (durato circa otto ore), dinanzi ai magistrati della Procura di Genova, adesso, per Giovanni Toti (e, soprattutto, per il suo avvocato) si apre la fase in cui occorre valutare se sia giunto o meno il momento opportuno per avanzare la richiesta di revoca degli arresti domiciliari. Sappiamo che, nel corso del confronto fiume che si è svolto giovedì scorso, il governatore della Liguria ha risposto con la dovuta puntualità a tutte le 180 domande che gli inquirenti avevano predisposto per lui, fornendo chiarimenti non solo in relazione ai fatti contestatigli, ma anche in merito a quella che, in questi anni, è stata la visione politica che ha guidato la sua amministrazione regionale. Tuttavia, è parso ai bene informati che i punti di vista tra le parti siano rimasti ancora piuttosto lontani, continuando i magistrati a cogliere – come fosse una costante sistematica – i sintomi della corruzione in quasi tutta l’operatività della Giunta Toti. Pertanto, in un quadro di sostanziale e fiera contrapposizione, possiamo immaginare come non sia facile, per chi si è assunto la difesa di Toti, riuscire ad individuare gli spiragli giusti per ricondurre, in tempi rapidi, l’ex giornalista di Mediaset a riappropriarsi non solo della propria libertà personale, ma magari anche – perché no? – del suo posto ai vertici del Palazzo della Regione. In fondo anche altri governatori – certo non arrestati, ma comunque indagati – hanno continuato imperterriti a guidare i loro territori (che, nei casi, erano Lombardia ed Emilia Romagna) senza che la cosa rappresentasse una sorta di finimondo…Il tutto, nella paziente attesa che – come nove volte su dieci succede – il cumulo di sospetti e di accuse finisse poi per sparire nella solita bolla di sapone…
Sul piano strettamente legale, dubitiamo che i classici presupposti previsti per la carcerazione preventiva sussistano – ammesso e non concesso siano mai sussistiti – nell’ “affaire” Liguria. Non è, infatti, ipotizzabile che Toti sia così incosciente da fuggire…Non si vede neanche come potrebbe continuare a commettere reati che, in realtà, si sarebbero già consumati 4 anni fa e nemmeno come potrebbe inquinare le prove, visto che sono già state tutte ampiamente raccolte e messe a disposizione di chi, in futuro, dovrà, eventualmente, pronunciare una sentenza.
Ci domandiamo, quindi, quanto tempo ancora potrà durare una detenzione che, sul piano tecnico procedurale, traballa e che su quello mediatico comincia a destare una certa inquietudine.
___________________________________________________
Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm
oppure scarica la nostra App gratuita:
iOS – App Store – https://apple.co/2uW01yA
Android – Google Play – http://bit.ly/2vCjiW3
Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio:
Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/
Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it