ì
A cura di Ferruccio Bovio
Il nostro Paese, a dispetto dell’atteggiamento assunto dai due governi che si sono succeduti nell’ultimo anno (che, in verità, non hanno mai mostrato alcun segno di cedimento rispetto alla linea della fermezza tracciata dalla NATO sulla questione ucraina), registra invece – almeno stando ai sondaggi – un’opinione pubblica che in maggioranza è contraria all’invio di armi a sostegno della resistenza che il popolo guidato da Zelensky sta opponendo all’invasore russo. E stiamo, comunque, parlando di una componente della cittadinanza italiana che, oltre ad essere numericamente assai rilevante, risulta però anche sensibilmente disomogenea su quello che è il piano degli schieramenti politici. C’è, infatti, un’area di individui che pensano che la cosa non ci riguardi e che, sostanzialmente, sarebbe meglio cominciare a dedicarci esclusivamente agli affari nostri, dopo aver pagato già a sufficienza il prezzo del nostro aiuto a Kiev negli ultimi mesi. Si tratta di una posizione che, al di là di ogni eventuale giudizio di merito, ci appare piuttosto ingenua perché non prende minimamente in considerazione il fatto che il benessere economico di cui gode oggi l’Italia non può assolutamente prescindere da quella che è la sua attuale collocazione internazionale. E questa è la fascia di elettorato nazionale alla quale ammiccano, prevalentemente, sia alcuni esponenti della Lega, che – a livello più personale – Silvio Berlusconi.
Poi però, a fianco di questa fetta dell’opinione pubblica politicamente orientata verso il Centro Destra, ne è presente anche un’altra – immaginiamo più ampia – che affonda le sue radici nell’atavico pregiudizio anti occidentale che tuttora alberga presso settori tutt’altro che irrilevanti della Sinistra e del mondo cattolico. E stiamo parlando di riflessi condizionati che spingono ancora oggi molti nostri connazionali a schierarsi, sempre e comunque, dalla parte di Mosca, da essi percepita con una profonda nostalgia per quell’Unione Sovietica che – a parer loro – rappresentava il più importante baluardo di opposizione all’imperialismo americano.
Nei fatti, queste correnti di pensiero, pur non rendendosene magari neanche pienamente conto, finiscono per non operare alcuna distinzione tra le ragioni di chi aggredisce e quelle di chi reagisce, dimenticando che esistono armi usate per bombardare pure i bambini ed altre che servono, invece, ad impedire che ciò avvenga. In altre parole, gli sventurati Ucraini sarebbero vittime, al tempo stesso, sia di Putin, che di Biden…sia dei sogni di ricostituzione della potenza zarista, che dell’Unione Europea…
Non ci resta, pertanto, che concludere il nostro consueto appuntamento domenicale ponendoci una domanda: che cosa sarebbe successo se, ottant’anni fa, le generazioni che ci hanno preceduto avessero rifiutato l’invio di armi da parte degli Alleati e provato ad andare contro i panzer di Hitler armate solamente di fucili da caccia o di archi e frecce? Probabilmente, tutta Europa marcerebbe ancora al “passo dell’oca”.