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Partita aperta tra Harris e Trump. La strategia di Trump: dichiararsi vincitore comunque.
A Donald Trump, il segreto dell’eterna salvezza in politica glielo aveva rivelato il suo vecchio avvocato Roy Cohn, quando era ancora un giovane manager immobiliare rampante con il sogno di prendersi New York, e poi l’America: non ammettere mai una sconfitta, dichiarati sempre vincitore. Il gioco sporco non gli riuscì alle elezioni del 2000, poi trasformato in un incubo con l’assalto dei suprematisti bianchi, razzisti e nazisti, del 6 gennaio 2021 con l’assalto al Capitol Hill, di cui Trump resta responsabile sul piano dell’ideazione e della gestione successiva anche in sede processuale. Anche alle presidenziali di domani, Trump ripropone lo stesso schema: dichiararsi vincitore per poi avviare l’ennesima battaglia legale. Nella sostanza, il miliardario punta a intestarsi il primo posto la sera del 5 novembre e poi denunciare brogli. E gli effetti già ci sono. Nello Stato di Washington è mobilitata la Guardia nazionale per il rischio di violenze e scontri. Non siamo all’insurrezione e le forze dell’ordine ritengono improbabile la replica dell’assalto al Congresso avvenuto il 6 gennaio del 2020, però la tensione è alta e quindi Inslee non vuole correre rischi.
I sondaggi sono per Harris in Iowa e per Trump in Pennsylvania.
Un sondaggio in Iowa indica un vantaggio di tre punti della candidata democratica Kamala Harris sul repubblicano Donald Trump: una sorpresa in uno Stato che era dato come repubblicano. Intanto Trump raggiunge Harris in Pennsylvania, uno degli Stati in bilico. A poche ore dall’Election Day, circa 75 milioni di americani hanno già votato, in anticipo nei seggi o per posta. Nelle elezioni di quattro anni fa, che si svolsero nel pieno della pandemia di Covid, il 70% dei voti furono espressi prima dell’Election Day. Molti Stati hanno già raggiunto il 50% dei voti espressi quattro anni fa, in Georgia si è raggiunto l’80%. Ma la partita è aperta e la sorte degli Stati Uniti la decideranno gli elettori degli stati in bilico e la capacità dei candidati di aggregare quella fetta della popolazione che non si sente rappresentata dalla politica: quelli come i pacifisti che ritengono la Harris troppo blanda in politica estera in sintonia con l’azione di Biden, quelli come gli estremisti di destra che spingono Trump verso avventure antidemocratiche e golpiste.
“Il Corsivo” a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell’angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca.
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