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“Razzismo contro gli Italiani?” | Il Punto della Settimana

today24 Settembre 2023

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A cura di Ferruccio Bovio

Si chiama Christian Greco ha passato 17 anni in Egitto in qualità di insigne archeologo, ha insegnato in università estere e, dal 2014, dirige il Museo Egizio di Torino che, tra l’altro, sotto la sua guida, ha amplificato notevolmente la propria capacità di attrarre visitatori da ogni parte del mondo.

Peccato che, cinque anni fa, abbia commesso l’ingenuità – per alcuni imperdonabile – di lanciare una promozione destinata a persone che, altrimenti, difficilmente si sarebbero avvicinate al suo Museo: e tra i beneficiari dell’offerta, erano comprese anche le coppie di lingua araba residenti nel capoluogo piemontese. Coppie, si intende, non necessariamente musulmane, visto che il Medio Oriente è popolato anche da qualche milione di cristiani…A suo tempo ne era sorta una polemica che aveva visto tra i protagonisti anche la non ancora presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, la quale era giunta proprio a Torino per partecipare ad una manifestazione contro Christian Greco.

Adesso, sulla controversa conduzione del Museo Egizio di quest’ultimo decennio, ha pensato bene di dire la sua anche il vice segretario della Lega, Andrea Crippa, secondo il quale la prestigiosa Istituzione torinese viene pagata dai cittadini e gestita da un direttore che “ascolta esclusivamente la sinistra” e si rivela “razzista contro gli Italiani”, avendo “fatto sconti solo per i musulmani e mai per chi professa altre religioni”. Dopo di che l’esponente del Carroccio si è spinto fino a chiedere l’intervento diretto del ministro Sangiuliano, ignorando, evidentemente, che i poteri di quest’ultimo, in merito alla nomina od alla revoca di un direttore di museo sono pressoché nulli.

Il Museo Egizio, dal punto di vista giuridico, è, infatti, una Fondazione privata, come stabilito dalla legge 491 del 2001: pertanto, i soci fondatori (che sono il Ministero, la Regione, il Comune, la Compagnia di Sanpaolo e la Fondazione Crt) nominano il Consiglio di Amministrazione che, a sua volta, sceglie insindacabilmente la figura del direttore che, comunque, nel caso in questione, vedrà scadere il proprio mandato il 30 giugno del 2025.

Cerchiamo di non scordare che quella di Torino non è una realtà qualunque, ma è il più antico museo egizio del mondo. Vogliamo lasciare che a dirigerlo sia un egittologo di fama internazionale che, tra l’altro, legge correntemente anche la lingua dei faraoni? Vogliamo riconoscere l’esistenza di settori – che vanno dal sapere umanistico a quello scientifico – nei quali è quanto meno auspicabile che ad essere privilegiati siano gli anni trascorsi nei laboratori e nelle biblioteche, piuttosto che quelli passati a svolgere lavori di segreteria per qualche personaggio politico? Francamente, resteremmo sorpresi se un Governo che tra i suoi dicasteri ne annovera addirittura uno dedicato “al merito”, non rinunciasse al classico “spoil system”, almeno quando si parla di cultura: si eviterebbero certe brutte figure ed a guadagnarne sarebbe l’immagine dell’intero Paese (o Nazione, come, ultimamente, si preferisce dire).


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