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A cura di Daniele Biacchessi
Referendum contro l’autonomia: obiettivo 500 mila firme
Una richiesta di referendum promossa dalle cinque Regioni governate dal centrosinistra e una raccolta firme di 500 mila firme per mobilitare l’opinione pubblica contro l’Autonomia differenziata. I leader dell’opposizione provano a fermare così il ddl Calderoli approvato mercoledì mattina alla Camera a colpi di maggioranza.
Si mobilitano cinque consigli regionali, sindacati, centrosinistra e comitati
Il ddl Autonomia è una legge ordinaria, sottoponibile a consultazione popolare. Per chiedere l’abrogazione in base all’articolo 75 della Carta, ci vuole il consenso di almeno 5 Consigli regionali o da 500mila cittadini italiani. Secondo Alfonso Gianni del Coordinamento per la democrazia costituzionale (Cdc) – si potrebbero anche seguire entrambe. Da quando il centrosinistra ha riconquistato la Sardegna, infatti, ha a disposizione le cinque regioni necessarie a promuovere il referendum abrogativo (insieme a Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Campania). In modo parallelo potrebbe cominciare la raccolta firme per mobilitare l’opinione pubblica: hanno dato l’adesione Pd, M5s, Avs, +Europa, Azione, Italia viva, oltre a sindacati, associazioni e reti civiche.
Il ricorso alla Consulta
Alcuni giuristi hanno sollevato il dubbio che il referendum possa essere dichiarato inammissibile, dato che il disegno di legge è un collegato alla Legge di Bilancio. Così una o più Regioni potrebbero presentare anche un ricorso alla Consulta per aprire un conflitto di attribuzione.
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