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A cura di Daniele Biacchessi
Gli effetti della riforma del ministro Guardasigilli Carlo Nordio li descrive senza troppi giri di parole il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, secondo cui da oggi tutti coloro che sono stati condannati per abuso d’ufficio si rivolgeranno al giudice per chiedere l’eliminazione della condanna. Nella sostanza, si tratta di una piccola amnistia per i pubblici ufficiali: avremo 4mila persone che chiederanno la revoca della condanna.
La norma di Nordio cancellerà il passato per chi è già stato ritenuto colpevole: e quindi amministratori, ma anche tecnici come ingegneri di uffici pubblici, medici, professori universitari, magistrati. Abrogare il reato di abuso di ufficio significa regalare uno spazio di impunità di qualunque pubblico ufficiale.
Nordio: nessun colpo di spugna
Il ministro Nordio fa spallucce e tira dritto. In un’intervista al corriere della Sera afferma che, anche senza l’abuso d’ufficio, la legge punirà i reati dei colletti bianchi. Il ragionamento del Guardasigilli è questo: il sistema penale italiano contro i reati dei funzionari infedeli è il più potente d’Europa. Molti atti illeciti possono essere puniti dalla giustizia amministrativa e civile, così si accorciano i tempi del risarcimento del danno. Le cose non stanno così. Il rapporto tra archiviazioni e numero complessivo di procedimenti definiti è assai alto: 85 per cento. Ogni dieci fascicoli aperti, 8,5 venivano archiviati nel 2021, ma è altrettanto rilevante che il dato medio nazionale è pari al 62 per cento. E che molte altre tipologie di reato hanno numeri come quelli dell’abuso d’ufficio. Significa che dovremmo ripensare, se non abolire, parti intere del catalogo delle incriminazioni?
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