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A cura di Daniele Biacchessi
Svolta nel caso Assange: patteggia in Usa, è libero e tornerà in Australia
A Julian Assange, ee ne sono volute di battaglie legali per giungere ad una soluzione definitiva nella sua storia di mancata giustizia e di diritti umani negati. Il fondatore di WikiLeaks ha raggiunto un accordo con il dipartimento di Giustizia americano: ha patteggiato con gli Stati Uniti.
Assange ammetterà le sue responsabilità in cambio della libertà: riconoscerà di aver compiuto un reato in relazione alla divulgazione di segreti militari e diplomatici, e potrà tornare in Australia, la terra dove è nato.
L’accordo con gli Stati Uniti
L’accordo sarà approvato da un giudice federale della corte di Saipan, nelle Isole Marianne Settentrionali, amministrate dagli Stati Uniti. Assange si presenterà davanti al giudice mercoledì 26 giugno alle 9. Poi volerà verso casa.
Le accuse
Assange è stato accusato anche di reati sessuali, abusi e spionaggio. E’ stato un recluso straordinario all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador in Gran Bretagna, poi in un carcere di massima sicurezza a Londra da dove ha portato avanti la sua battaglia legale in nome della libertà d’informazione. Per molti è stato il paladino della libertà d’informazione, per altri un furbo che alla fine si è venduto al Cremlino. Di certo senza le sue rivelazioni non avremmo mai conosciuto i segreti dei conflitti in Afghanistan e Iraq e il ruolo di numerosi alti funzionari americani nella manipolazione dei documenti strategici.
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