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Un testimone venuto da molto lontano | Il Punto della Settimana

today17 Settembre 2023

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A cura di Ferruccio Bovio

Per una volta, proviamo anche noi ad avventurarci – da perfetti ignoranti – in campo scientifico. E’ di questa settimana la notizia sorprendente, secondo cui circa il 15% dei decessi dovuti al covid, potrebbero avere un’origine genetica. In particolare, ad essere più colpiti dal virus letale sarebbero stati quei soggetti rimasti, in qualche modo, geneticamente meno distanti dall’Uomo di Neanderthal.

A rivelarlo è lo studio denominato “Origin”, che l’Istituto Mario Negri ha condotto coinvolgendo la provincia di Bergamo, nel tentativo di comprendere se e quali fattori potessero avere influito, a livello genetico, sul così pesante manifestarsi della malattia in alcune zone specifiche, come quelle di Nembro, Albino e Alzano Lombardo.

I responsabili della ricerca definiscono “sensazionale” il fatto che 3 dei 6 geni che si associano al rischio di maggiore predisposizione al contagio siano arrivati alla popolazione moderna dai Neanderthal: in particolare dal genoma di Vindija, che risale a 50 mila anni fa e che, a quei tempi, probabilmente proteggeva i Neanderthal dalle infezioni. Oggi però, a causa di un eccesso di risposta immune, non solo non protegge più l’uomo contemporaneo, ma lo espone addirittura ad una malattia più severa. Pertanto, si stima che le vittime del cromosoma di Neanderthal nel mondo siano state forse un milione e “potrebbero essere – si legge nella ricerca – proprio quelle che, in assenza di altre cause, muoiono per una predisposizione genetica”.

Secondo gli scienziati dell’Istituto Negri, il 7% della popolazione italiana presenta una serie di variazioni dei nucleotidi – vale a dire delle singole componenti che costituiscono la catena del DNA – che vengono ereditati insieme e che formano un “aplotipo”, ovvero l’insieme di queste variazioni. Ebbene, spiegano gli Autori dello studio, “chi è stato esposto al virus ed è portatore dell’aplotipo di Neanderthal aveva più del doppio del rischio di sviluppare Covid grave e quasi il triplo di quello di aver bisogno di terapia intensiva”.

Nella tragica vicenda pandemica che ha funestato il mondo intero e che, nel nostro Paese, ha pure alimentato infinite polemiche (soprattutto per quanto riguarda gli alti tassi di mortalità registrati in val Seriana), giunge, quindi, adesso – inatteso e da molto lontano – un testimone d’eccezione a discolpa dei tanto bistrattati Conte, Speranza e Fontana, che forse non erano allora poi così incapaci…Certo, è un testimone che non parla più da migliaia di anni e poi, se anche potesse farlo, chissà con quali grugniti si esprimerebbe… Tuttavia, esiste un linguaggio ancestrale e suggestivo che ci consente ancora di comunicare con lui: ed è quello della genetica. Quello cioè, capace di richiamare in noi la consapevolezza di rappresentare solamente un deterministico momento di passaggio nel flusso di una continuità infinita.


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