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A cura di Ferruccio Bovio
Una Venere di Botticelli che assomiglia un po’ tanto ad una celebre influencer è l’immagine scelta dal ministero per il Turismo e dall’Enit per promuovere l’attrattività del nostro Paese all’estero.
La campagna è stata studiata dalla storica agenzia pubblicitaria Armando Testa (quella di Caballero e Carmencita tanto per intenderci), che ha ridisegnato la Venere vestendola con abiti moderni ed inserendola – ora con un telefonino ed ora con una fetta di pizza in mano – nelle cartoline raffiguranti i luoghi più famosi d’Italia. Realizzata con il contributo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio, la nuova iniziativa promozionale comporterà, da parte di Enit, un investimento complessivo di nove milioni di euro, sarà destinata a tutti i principali mercati internazionali e diffusa sulla base delle stime relative ai flussi turistici già consolidati ed a quelli attesi.
Tuttavia, nonostante l’autorevolezza professionale di chi la campagna l’ha ideata, il risultato sta alimentando molte critiche: e non soltanto da parte dei partiti che si oppongono all’esecutivo Meloni, ma anche da parte di voci – come quella di Vittorio Sgarbi – che pure appartengono all’area governativa. Proprio il notissimo critico d’arte (nonché sottosegretario alla cultura dell’attuale Governo) si è, infatti, lasciato andare a commenti tutt’altro che lusinghieri sulla campagna dell’Enit, esprimendo tutte le sue perplessità nel vedere la Venere di Botticelli in tuta da ciclista dinanzi al Colosseo, accompagnata da una scritta in inglese maccheronico ( e cioè “open to meraviglia”). Poichè la Venere è nuda – argomenta Sgarbi – “sarebbe stato meglio vederla così, senza bisogno di travestirla in quel modo: è una roba da Ferragni”.
Eppure, a noi questa sorta di “influencer botticelliana” non spiace affatto perché, in fondo, ci rappresenta un po’ tutti, con il nostro atavico imbarazzo nei confronti delle lingue straniere e con le conoscenze abbastanza superficiali che spesso riveliamo quando si tratta di parlare sul serio delle nostre grandi tradizioni culturali, artistiche e musicali.
Come in molti hanno osservato, è vero che per far sapere al mondo che in Italia ci sono Piazza San Marco, il mare o la pizza non occorre certamente alcuna campagna promozionale, però, probabilmente, non guasta nemmeno ricordare ai turisti stranieri che il nostro Paese è anche sempre in grado di accoglierli e di accompagnarli in un clima di autoironica e leggiadra armonia.
Fonte immaggine: ANSA “Quattro delle immagini scelte per la campagna “Italia Open to Meraviglia””