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Nel lasciare l’aula del Tribunale che lo ha condannato a due anni e tre mesi di reclusione per il suo presunto coinvolgimento nella vicenda dell’appartamento di Montecarlo (venduto da Alleanza Nazionale al cognato Giancarlo Tulliani), Gianfranco Fini ha dichiarato di non provare una delusione particolare, ma di potersene, anzi, tornare a casa “più sereno di quanto si possa pensare”. La logica della sentenza – che, comunque, arriva ad oltre 7 anni dalla richiesta di rinvio a giudizio – è quella, già applicata in passato ad altri leaders politici (soprattutto in occasione dei processi di Tangentopoli), del “non poteva non sapere”. E forse, in questa circostanza, il fatto che il segretario politico di un partito abbia autorizzato (ampiamente sotto costo) la vendita di un immobile – appartenente al partito stesso – proprio al fratello di sua moglie, può credibilmente indurci ad avanzare qualche maligna perplessità circa la trasparenza e la correttezza dell’operazione…
Oggi, Fini è un signore di 72 anni, la cui voce – quando parla – ha perso il timbro metallico e perentorio dei bei tempi che furono e sembra, invece, tradire l’amarezza ed il disagio che oltre un decennio di totale assenza dagli scenari politici, devono aver impresso nella sua mente. Però, tutti ricordiamo come , dalla fine della prima Repubblica sino al flop elettorale del 2013 che lo escluse addirittura dal Parlamento, Fini sia, indubbiamente, stato uno dei personaggi più influenti della politica italiana. Prima ministro degli Esteri e poi Presidente della Camera, Gianfranco Fini gioca una partita decisiva soprattutto, nel 1995, quando con la rivoluzionaria “svolta di Fiuggi”, trasforma il vecchio e nostalgicamente obsoleto Movimento Sociale Italiano, in una rinnovata forza politica che, pur restando schierata ancora a destra, prende, tuttavia, apertamente le distanze dal Ventennio mussoliniano, definendo l’anti fascismo come “un momento storicamente essenziale per il ritorno dei valori democratici”. Da allora passeranno esattamente 15 anni prima di arrivare a quella fatale resa dei conti (all’interno del centro – destra italiano), che vedrà esplodere, in maniera persino plateale, la contrapposizione ormai non più solo politica, ma anche epidermica tra il fondatore del PDL, Silvio Berlusconi ed uno sgomitante Gianfranco Fini al quale l’abito del numero due diventa sempre più stretto. Sono i giorni del famoso “che fai mi cacci?” e sono anche i giorni in cui la stampa del Cavaliere di Arcore incomincia a portare alla luce la delicata storia di una compravendita immobiliare che appare, fin da subito, poco chiara…
Si ha un bel dire che bisogna sempre saper scindere la sfera personale o familiare da quella professionale, soprattutto se quest’ultima è politica…In realtà, l’esperienza ci insegna che la cosa è tutt’altro che facile…Per cui, secondo voi, è eccessivo il prezzo che Gianfranco Fini ha pagato per le sue debolezze umane?
Credits Foto: European Parliament CC BY-NC-ND 2.0 DEED
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02 Maggio 2024
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Scritto da: Giornale Radio
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