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Il quotidiano inglese, The Mirror, ha chiesto ai suoi lettori se siano favorevoli all’appello recentemente lanciato dal Royal College of Paediatrics and Child Healt, affinché tutto il Regno Unito adotti una normativa che proibisca ai genitori di schiaffeggiare i propri figli. Per i pediatri di Sua Maestà Britannica si tratta, infatti, di un metodo educativo “ingiusto, pericoloso e dannoso”, che rende i bambini molto più predisposti a soffrire di problemi di salute mentale e ad assumere, a loro volta, atteggiamenti violenti o, comunque, aggressivi. Pertanto, sarebbe estremamente importante se, nelle famiglie d’Oltremanica, venisse definitivamente archiviata l’idea che il picchiare un bambino possa – almeno entro certi limiti – rappresentare una una “punizione ragionevole”.
Tuttavia, con buona pace del Royal College, a dichiararsi contro la proposta di vietare le punizioni corporali è stata una significativa maggioranza (e cioè, il 62%) di quanti hanno risposto alla domanda posta dal Mirror.
Una percentuale che rivela come, tra gli adulti, sia ancora ben diffuso il desiderio di vedere i bambini scattare a comando o restare in silenzio, in attesa di ottenere un qualche sospirato ok caduto, autorevolmente, dall’alto. Una percentuale che sembra ribadire che “uno schiaffo quando ci vuole, ci vuole…”. Ecco, dunque, spiegato il motivo per cui, secondo i dati forniti da Save the Children, in tutto il mondo sono ancora più di 2 bambini su 3 a subire gli effetti di una disciplina violenta da parte dei loro educatori, con solamente il 14 % dei minori a risultare pienamente protetti – per legge – dalle punizioni corporali.
L’Italia, per il momento, rientra in quell’86% dei Paesi mondiali che non hanno ancora legiferato nel senso auspicato dai pediatri britannici. Secondo voi, è un ritardo che dobbiamo affrettarci a colmare?
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08 Maggio 2024
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Scritto da: Giornale Radio
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