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Il CdM vara la Riforma della Giustizia

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A cura di Ferruccio Bovio

Al Consiglio dei Ministri, sono bastati venti minuti per approvare all’unanimità la Riforma della Giustizia. Nel commentare il fatto, il ministro Guardasigilli, Carlo Nordio,  ha parlato di  “un provvedimento epocale”, che, comunque, non va assolutamente a toccare l’indipendenza dei pubblici ministeri. Nordio ha, inoltre, precisato come la separazione delle carriere – che della Riforma è forse l’elemento più qualificante – facesse, comunque, già parte del programma elettorale: un obbiettivo che il ministro persegue da 25 anni e che attua “un principio fondamentale del processo accusatorio, voluto dall’eroe della Resistenza, Giuliano Vassalli: anche lui favorevole alla separazione” ed alla “differenza sostanziale” tra pm e i magistrati giudicanti.

A sua volta, la premier Meloni ha sottolineato come il Governo abbia rispettato un altro impegno preso con gli elettori, smentendo coloro che, in questi mesi, avevano scritto ed affermato che il coraggio di presentare questa riforma, il suo esecutivo non l’avrebbe avuto mai: evidentemente – ha aggiunto la Meloni – si trattava di gente che ancora non conosceva la sua determinazione. Pertanto,  quando è giusto fare qualcosa nell’interesse dell’Italia e degli Italiani, il suo Governo mantiene la parola data: prova ne è proprio questa riforma, che era attesa da circa trent’anni.

 

Il testo del disegno di legge, non si limita ad introdurre la separazione delle carriere tra i magistrati che esercitano la funzione giudicante e quelli che, invece, si occupano della requirente, ma punta anche all’istituzione di due diverse sezioni del Consiglio Superiore della Magistratura (una per i giudici e l’altra per i pubblici ministeri), alle quali si accederà tramite un sorteggio che avverrà tra magistrati qualificati: questo, al fine di ridurre il potere delle varie correnti all’interno dei CSM.

Infine, la riforma prevede anche la creazione di un’Alta Corte per la decisione sui procedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati.

Secondo il Governo – ha poi concluso Nordio –  queste tre grandi innovazioni sono un ossequio all’indipendenza della magistratura, che “deve essere indipendente non solo dal potere legislativo ed esecutivo, ma anche da se stessa”.

Credits Foto: Agenzia Fotogramma

30 Maggio 2024

Scritto da: Giornale Radio

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