(Tempo di lettura: 1 – 2 minuti)
A cura di Daniele Biacchessi
Il Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, divide le forze politiche, apre un nuovo fronte di frizione nel centrodestra e con l’opposizione, mentre è in corso la trattativa tra Palazzo Chigi e Bruxelles sul nuovo patto di stabilità europeo. Le cose stanno così. L’Europa chiede di ratificare al più presto il Mes, la Lega lo osteggia in ogni modo, Forza Italia ne chiede l’approvazione così come il Pd. La premier Giorgia Meloni non intende creare nuove divisioni in vista della campagna per le elezioni europee del 2024, sottolinea che è uno strumento che congela molte risorse, sostanzialmente inutile. Meloni valuterà in corso d’opera se ratificare il Mes, anche se alla fine dovrà farlo, come hanno fatto gran parte dei paesi europei. Secondo Palazzo Chigi, la sottoscrizione del Meccanismo potrà avvenire solo al termine della trattativa sul Patto di stabilità, cioè nel gennaio 2024. Alle critiche della segretaria del Pd Elly Schlein, Giorgia Meloni rimanda la palla al mittente. “Siete stati al governo 4 anni, perché non lo avete ratificato se era così fondamentale farlo in tempi rapidi?”. Schlein reagisce con durezza. “Quello di cui discute non è l’attivazione del Mes, ma la ratifica del trattato che lo modifica. 26 Paesi su 27 l’hanno già fatto. Rimane solo l’Italia, perché la destra è prigioniera della sua propaganda ideologica”. Ma al di là della normale dialettica politica tra maggioranza e opposizione, il contesto è il Patto di stabilità. Se Meloni porterà a casa un buon risultato sarà più chiaro dopo l’Ecofin che si terrà tra il 18 e il 21 dicembre. In quel caso dovrà costruire una via di uscita e convincere Matteo Salvini a rinnegare la battaglia contro il Salva Stati. La strada è in salita.
Credits: Agenzia Fotogramma
6 Dicembre 2023
“Il Corsivo” di Daniele Biacchessi è in onda su Giornale Radio All News dal lunedì al sabato a partire dalle 4 del mattino. Ascolta anche in podcast!
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