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A cura di Ferruccio Bovio
Sabato sera, chi ha visto in TV la finale del King Six Slam di tennis (che si è disputato in Arabia Saudita), non può certo dire di essersi annoiato, avendo assistito ad una serie di giocate che sono risultate una più entusiasmante dell’altra. A contendersi il ricchissimo premio in palio di 6 milioni di dollari, si sono fronteggiati Carlitos Alcaraz ed il “nostro” Jannik Sinner che, al termine di tre combattutissimi set, ha portato a casa il sostanzioso bottino. Diciamo “nostro” perché, superate alcune titubanze iniziali legate alla sua italianità di tipo non propriamente meneghino o campano – è, ad esempio, di lingua madre tedesca – il simpatico giovanotto di San Candido ha rapidamente conquistato, con i suoi modi garbati e con i suoi successi sul campo, i favori della stragrande maggioranza degli appassionati di tennis e dello sport in generale. Tuttavia, recentemente, a turbare questa insolita forma di concordia nazionale, si sono levate alcune voci che hanno contestato determinate scelte esistenziali (ed in particolare fiscali) operate – ormai tre anni fa – dal campione azzurro, quando cioè decise di andare a vivere a Montecarlo e di prendere così la residenza monegasca. Ed a questo proposito, ci vengono subito in mente le cose scritte, in questi giorni, da due autorevoli firme del Corriere della Sera – Aldo Cazzullo e Massimo Gramellini – che hanno rimproverato a Jannik Sinner di non contribuire “ alla sanità, alla scuola, alla sicurezza e alle molte altre esigenze della comunità nazionale” che pure rappresenta. Il campione altoatesino a queste osservazioni critiche ha sempre risposto di non avere soltanto la residenza fiscale nel Principato, ma di abitarci pure realmente sia per ragioni climatiche, che tecniche: visto che quasi tutti i suoi più affermati colleghi vivono lì e con loro gli è, quindi, possibile svolgere sempre allenamenti ad altissimo livello anche nei periodi dell’anno il cui il circuito mondiale del tennis resta fermo. Pertanto, Sinner a Montecarlo ci vive sul serio: e lo fa perché vi ha individuato il luogo ideale per coltivare la sua carriera di tennista professionista. In altre parole, secondo chi prende le sue difese, Jannik non è uno che finge – come magari fanno tanti altri – di vivere a Montecarlo, usando poi i servizi pubblici in Italia….
Sono sufficienti queste argomentazioni per assolvere il nostro eroe dalle accuse di essere diventato una sorta di traditore della patria? A parte il fatto che ci piacerebbe davvero sapere come si comporterebbero fiscalmente certi censori se, improvvisamente, si trovassero a guadagnare sei milioni in un solo sabato sera… sembra, comunque, che in questo momento, l’ebbrezza di poter annoverare, per la prima volta nella storia del tennis nazionale, un Numero Uno al mondo nella classifica ATP, stia inducendo un po’ tutti a sorvolare su certi aspetti extra sportivi che, in questo momento, conviene ignorare. Salvo poi, rispolverarli una volta che il divino campione cominciasse, infaustamente, a perdere colpi, rientrando così nella categoria delle persone normali, proprio come un “crucco” qualsiasi…
E voi, amici ascoltatori, siete disposti a perdonare qualche eventuale furbata tributaria, a chi, in cambio, regala emozioni sportive così esaltanti?
Credits Foto: Agenzia Fotogramma
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Scritto da: Giornale Radio
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