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A cura di Ferruccio Bovio
Un quindicenne napoletano è stato appena ferito a morte, colpito da colpi d’arma da fuoco, al civico 248 di corso Umberto nel capoluogo campano. Nella sparatoria sono stati coinvolti anche altri due giovani, uno dei quali è pure lui minorenne, essendo nato nel 2007.
Tre giorni fa, abbiamo, invece, appreso di un altro drammatico episodio che riproduce, nel suo spietato realismo, alcune vicende criminali che caratterizzano la trama della fortunata serie televisiva Mare fuori, ambientata nell’Istituto Penale Minorile di Napoli. Avrete forse compreso che ci stiamo riferendo alla storia del killer di soli 16 anni che ha ucciso un suo vecchio amico in cambio di nulla e senza neanche una ragione precisa, se non quella che l’omicidio gli era stato commissionato da un boss locale: un po’ per mettere alla prova la sua totale dedizione alla “causa” della camorra e un po’ perché – per chi comanda – è, indubbiamente, molto più comodo liberarsi di un individuo che crea dei problemi, utilizzando la manovalanza minorile e senza avere, quindi, coinvolgimenti diretti. Al magistrato che l’ha interrogato, il ragazzo ha, infatti, confermato di essere stato rassicurato sul fatto che, essendo, minorenne non avrebbe avuto niente da temere. È uno dei tanti giovanissimi sbandati che non lavorano, non studiano, ma che – come dicono loro – “stanno nel contesto”. Intendendo per “contesto”, la piazza del quartiere in cui si svolgono i traffici di droga.
La vittima era, a sua volta, un giovanotto ambizioso che, a soli 20 anni, stava cercando di ritagliarsi un proprio spazio di autonomia operativa nel quadro delle fazioni che si contendono il controllo della zona. Vestiva griffato e tendeva pure ad essere cordiale con i suoi interlocutori, ai quali era solito, infatti, offrire da bere. Però, un giorno, ha commesso l’errore di trattenere per se stesso una somma di 2.500 euro che sarebbe stato, invece, molto più salutare dividere con qualcun altro che, evidentemente, era ben poco disposto a tollerare certe “furbate”… Il suo cadavere verrà poi bruciato nel tentativo di cancellarne le tracce, ma il piccolo assassino si rifiuterà di prendere parte al sinistro falò, perché, in fondo, a morire era stato un suo amico…Un minimo di compassione e di pietà può, quindi, albergare anche nel cuore di un freddo killer della camorra: ma come fare per ridestare in lui certi sentimenti che giacciono assopiti sotto una durissima coltre fatta esclusivamente di terrore e di violenza?
Non a caso, i personaggi di Mare fuori spesso oscillano tra il desiderio di riscatto umano e sociale e l’insistente – e quasi sempre vincente – richiamo di una foresta malavitosa dalla quale è davvero difficile staccarsi. E noi, di fronte a determinate realtà, confessiamo di sentirci assolutamente impotenti.
E voi, amici ascoltatori, provate le nostre stesse sensazioni?
Credits Foto: Agenzia fotogramma
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Scritto da: Giornale Radio
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