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A cura di Ferruccio Bovio
Il governo Meloni intende varare, entro la fine di questo mese, il disegno di legge quadro per l’energia nucleare. Il provvedimento è, attualmente, in fase di verifica e, tra le sue novità più rilevanti, comprende anche la creazione di un’agenzia di controllo sul nucleare, incaricata di monitorare la gestione degli impianti e lo smaltimento delle scorie. Inoltre, saranno pure finanziati degli incentivi per la ricerca e la formazione, unitamente a una campagna informativa per sensibilizzare la popolazione. Nel complesso però, per dare piena attuazione alla nuova normativa, si renderanno necessari almeno due anni.
Il convincimento dell’esecutivo, espresso a chiare lettere dal ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, è quello che senza l’atomo non sia possibile decarbonizzare la produzione dell’elettricità, garantendo, al tempo stesso, la sicurezza energetica del Paese.
Un punto di vista, questo, largamente condiviso anche dalla Confindustria e da tutte le altre principali associazioni imprenditoriali, che, nel nucleare, vedono una grossa opportunità per rilanciare la competitività della nostra economia, troppo spesso penalizzata da costi energetici più elevati (se non addirittura doppi) rispetto a quelli di altri Paesi comunitari come Francia o Spagna. E proprio in considerazione di questo stato di cose, il ministero delle Imprese ha promosso la costituzione di una Società a maggioranza pubblica (cui partecipano, infatti, Leonardo, ENEL e Ansaldo Nucleare), finalizzata alla produzione di reattori nucleari di ultima generazione – i cosiddetti “Small Modular Reactor” – frutto di una tecnologia d’avanguardia e pertanto (almeno si spera) molto più sicuri e puliti, rispetto alle grandi centrali chiuse dai referendum degli Anni 80.
Per rendere meglio l’idea, si tratta di impianti di ridotte dimensioni e, quindi, trasportabili su container per poi essere installati su richiesta delle imprese. Naturalmente, quando si parla di nucleare, la memoria di quanto è avvenuto a Chernobyl o a Fukushyma non può che indurre alla massima prudenza: tuttavia è anche vero che – tanto per fare un esempio – dai tempi del volo di Icaro agli odierni aerei di linea, anche il viaggiare nel cielo i suoi discreti passettini in avanti li ha fatti sul serio…Di conseguenza, secondo voi, è giustificata – e mantiene, quindi, ancora una sua effettiva attualità – la diffidenza con la quale questa legge quadro rischia di venire accolta da larghi strati della nostra opinione pubblica?
Credits Foto: Grok
20 Gennaio 2025
Scritto da: Redazione
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